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Innovazione

iBooks Author, nuove domande per Apple

di E. Refraschini notizia del 27 gennaio 2012

Settimana scorsa la Apple ha annunciato, l’aggiornamento di iTunes U e di iBooks 2 per iPad, ma soprattutto ha presentato la nuova applicazione iBooks Author, che con template fornite dall’azienda e funzioni drag-and-drop permette di creare libri di testo corredati di immagini e video. Con questa mossa, l’azienda californiana alza il livello della concorrenza ( in primo luogo con Amazon) nella corsa alla business dei libri di testo multimediali.
L’idea non è nuova, basti pensare agli enhanced books prodotti sia da grandi che da piccoli editori: ma è evidente che quando si tratta di Apple, si ha a che fare con una macchina di marketing e capacità di penetrazione del mercato molto più potenti.
I partner dell’iniziativa targata Apple sono per ora Pearson, McGraw Hill, Houghton Mifflin Harcourt e DK Publishing, che messi insieme forniscono il 90% dei libri di testo venduti negli Stati Uniti.
McGraw Hill di solito vende libri di testo alle scuole, le quali poi li usano per cinque anni. In versione cartacea, i libri si aggirano intorno ai 75-80 dollari a copia. Il prezzo di lancio per gli e-book scolastici su iBookstore è fissato a 14,99 dollari.
Come fa l’editore a rientrare nell’investimento? Terry McGraw, Ceo di McGraw Hill, risponde eloquentemente: volume. La novità è che i libri di testo verrebbero venduti direttamente agli studenti (che pagherebbero di tasca propria o attraverso un voucher offerto dalla scuola), che li userebbero per un anno. Passando all’anno successivo, sarebbe necessario per loro comprare un altro libro di testo, senza poter rivendere la propria copia vecchia o poterla passare ad un compagno più giovane. McGraw afferma, così, che nell’arco di cinque anni si riuscirebbe a raggiungere gli stessi guadagni che garantivano i libri di carta (15x5=75 dollari). Se nel mondo dell’istruzione statunitense sono oggi in uso un milione e mezzo di iPad, tuttavia, è evidente il limite di questa iniziativa: si tratta di un device molto costoso (499 dollari per il modello base da 16 GB: si pensi che un testo multimediale pesa minimo 3 GB) che non tutte le famiglie e certamente non tutte le scuole possono permettersi. Inoltre, è una rivoluzione chiusa: per poterne fare parte, è necessario essere utenti della Mela (non sarebbe una novità: si pensi ad Amazon e alla chiusura del Kindle e dei formati supportati). Una soluzione al problema, per ora, è soltanto a livello di rumor: sembra, infatti, che dopo l’uscita del tablet Amazon Fire a novembre, l’azienda di Cupertino stia progettando un tablet più piccolo ed economico dell’iPad.
Il problema vero, però, è un altro: l’applicazione iBook Author, che permette ad una moltitudine di utenti di creare libri di testo, porterà una vera rivoluzione nel campo della zoppicante istruzione statunitense (e potenzialmente mondiale), o soltanto una marea di testi di bassa qualità venduti a basso prezzo? Non ci resta che aspettare.
 

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