Ha già suscitato parecchie reazioni – non sempre positive – la cosiddetta
«tassa salva cultura» studiata in
Francia da
Pierre Lescure, dal 2012 a capo della commissione incaricata di discutere sul futuro della legge Hadopi e del metodo per conciliare le nuove pratiche digitali dei francesi con le esigenze culturali del Paese, che da oggi è nelle mani del governo Hollande.
Tra le ottanta proposte che compongono il rapporto destinato ad aprire nuovi scenari in Francia e volto a porre le basi del sistema su cui si plasmerà l’industria culturale francese nell’era digitale, una soprattutto ha catturato l’attenzione del mondo: «l'istituzione di una
tassa sugli apparecchi connessi, riguardante tutti i terminali, indipendentemente dalla loro capacità di stoccaggio».
Smartphone e tablet dunque saranno equiparati a veri e propri distributori di contenuti.
Si tratterà di un'imposta la cui entità si aggirerà attorno all’1%, volta a creare
un fondo per «incoraggiare e accompagnare la transizione digitale delle industrie culturali». Lescure ha inoltre garantito, nella sua presentazione, che la tassa «non avrà impatto sugli utenti».
La tassazione ai distributori di beni culturali non è una novità in Francia: a partire dagli anni ’80 infatti il governo finanzia arte e cultura in parte grazie all’imposta su radio, stazioni televisive, cinema ecc. Per compensare la diminuzione delle entrate tradizionali, causate dalla crescente digitalizzazione della cultura, dal download illegale di contenuti, e dall’ingresso sul mercato di nuovi player internazionali del calibro di Apple e Amazon la proposta contenuta nel rapporto Lescure suggerisce la via da percorrere. «
Wired» sottolinea come, «nel report si evidenzia come gli utenti siano riluttanti a spendere pochi euro per scaricare legalmente un disco, mentre viceversa non si fanno scoraggiare dalle centinaia di euro richieste per un tablet –
un piccolo aumento non dovrebbe quindi dissuaderli dall'acquisto». Un provvedimento molto discusso, ma che dovrebbe far sì che anche i «nuovi» big dell’industria dei contenuti contribuiscano a finanziare la cultura francofona.
Il rapporto Lescure prevede inoltre un’esplicita
presa di distanze dalla legge Hadopi, patrocinata dal precedente governo Sarkozy, che prevedeva punizioni severe e puntuali per chi scaricava illegalmente contenuti dal Web. Lescure propone provvedimenti graduati per chi pratica il download di contenuti protetti, ma
punta molto di più sulla dissuasione incoraggiando l’anticipazione della diffusione on line dell’offerta legale, a pagamento, dei film e della musica più recenti.