La Commissione europea ha pubblicato il report Digital Economy and Society Index 2017, che fotografa la digitalizzazione nei 28 Stati dell'Unione europea. L’indice complessivo DESI è calcolato come media ponderata tra cinque principali indicatori: la connettività (25%), il capitale umano (25%), l’uso di Internet (15%), l’integrazione della tecnologia (20%) e i servizi pubblici digitali (15%).
In testa alla classifica di quest’anno troviamo Danimarca, Finlandia, Svezia e Olanda (le prime tre sono anche leader globali, davanti a Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti), seguite da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Estonia e Austria. Slovacchia e Slovenia sono i due Stati membri che hanno registrato progressi maggiori rispetto al 2016. In fondo alla classifica Polonia, Croazia e Italia, seguita solo da Grecia, Bulgaria e Romania.
Il nostro Paese si è posizionato al 25° posto. Lo stesso del 2016, nonostante un leggero progresso nel punteggio complessivo (da 0,38 a 0,41 contro una media Ue di 0,52). Qualche progresso lo hanno fatto le imprese nell’utilizzo delle tecnologie digitali e la pubblica amministrazione nell’erogazione di servizi online. Discrete pure le performance infrastrutturali, con un miglioramento in termini di connettività trainato dal maggiore accesso alle reti NGA (la fibra ottica con una velocità di almeno 30 Mbps). Tuttavia, mentre i costi e la copertura tengono il passo degli altri Paesi, la diffusione della banda larga fissa è ancora bassa, rappresentando solo il 12% degli abbonamenti Internet attualmente sottoscritti (era il 5% nel 2015).
Ma quello che in particolar modo continua a mancare sono le competenze digitali elementari, gli specialisti di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Ict) e i laureati nelle discipline scientifiche (14 su 1.000 contro i 19 della media Ue). È il «capitale umano» l’anello debole della catena della digitalizzazione in Italia: sempre più persone sono online (il 67%: percentuale in crescita dallo scorso anno, sebbene lontana dalla media europea del 79%), eppure le competenze restano basse in tutte le aree indagate. Il punteggio italiano in questa sezione è fermo a 0,40: nel frattempo l’Europa avanza e il divario aumenta.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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