Il concetto è abbastanza semplice. Se il tuo libro arriva nella top ten di una libreria on line le probabilità che qualcuno lo noti (ergo lo compri) si alzano esponenzialmente. Il problema con gli e-book è che il mercato è talmente piccolo ad oggi che basta un’idea come quella di Sergio Covelli, autore self published con Narcissus per creare, ad arte, un caso letterario.
I passi per creare quella che viene definita un’azione di guerrilla marketing (ma che di fatto è una vera e propria «bolla» attorno al proprio titolo?) sono pochi e semplici a leggere quello che documenta l’autore su un blog dedicato al mondo self published.
L’operazione «Top of the tops» promossa dal collettivo Self Publishing Lab, di cui Covelli è membro, comincia con l’abbassamento del prezzo di vendita del titolo, nella fattispecie il romanzo Senza padre e madre, né rimorsi, a 0,99 centesimi.
A questo punto il libro deve essere comprato almeno un centinaio di volte. «La spesa iniziale dell’operazione è di 99 euro, di questa cifra mi rientra sotto forma di diritti d’autore il 65%, quindi la spesa effettiva dell’operazione è meno di 35 euro – scrive Covelli – il sito che fa al caso nostro è quello di BookRepublic. Perché? Semplice: perché è uno dei pochi che dà la possibilità al compratore di regalare il libro acquistato e sotto Natale fa comodo».
Così bastano pochi click, pochi acquisti e il libro diventa secondo in classifica, davanti a libri delle case editrici e degli autori più famosi. A questo punto basta rimettere il prezzo di copertina a 4,99 euro e comunicare al mondo tramite social network la posizione in classifica.
Il caso letterario è creato: «dopo quindici giorni di attesa sono andato a controllare le vendite ed erano aumentate vertiginosamente – conclude l’autore –. In pratica dalla media di un libro a settimana sono passato alla media di un libro al giorno! Il che vuol dire che nonostante abbia speso intorno ai 35 euro, nel giro di pochi giorni, vendendo il libro a 4,99 euro ho ripreso l’investimento fatto e ho iniziato a guadagnarci».
Istruttivo certo. Se non altro per ricordarsi che non tutto quello che si vede nelle classifiche è oro colato. La possiamo considerare un’operazione di marketing digitale anche per gli editori tradizionali?