
Ha aspettato la fine di agosto ad ufficializzare l'acquisizione ma da ieri
Twitch, il servizio (ancora un po' di nicchia, lo diciamo per rassicurare chi non lo conoscesse già)
specializzato nello streaming di videogiochi, è ufficialmente
proprietà di Amazon.com.
Perché Bezos è stato disposto a sborsare ben 970 milioni di dollari (cifra che rende Twitch
l'acquisizione in assoluto più costosa mai realizzata nella storia della compagnia di Seattle) per un servizio che solo tangenzialmente tocca il proprio business? Difficile dirlo con certezza, ma lo
sviluppo di nuove soluzioni e servizi per i device della famiglia Kindle, primi fra tutti il tablet Fire e la console Fire Tv, pongono senz'altro il problema dei contenuti, senza contare che l'acquisizione di Bezos ha avuto anche il secondario, ma non per questo meno significativo, effetto di strappare a Google un contratto che sembrava già praticamente firmato.
A inizio di maggio infatti la prospettiva di
Twitch era sì quella di un'acquisizione ma sotto le insegna dell'azienda di Mountain View, interessata ad annettere il servizio offerto da Twitch a quelli proposti da YouTube.
La paura di uno stop dell'Antitrust sembra sia stata all'origine dello stop di Google del quale si è avvantaggiata Amazon che in questo modo entra a pieno titolo nel
mercato dei contenuti video user generated (da notare che pochi giorni fa è trapelata la notizia che il colosso delle vendite on line stia anche sviluppando un proprio software per la pubblicità on line che punta a strappare a Google il primato di Add Words).
«Guardare altri che giocano ai videogiochi è un fenomeno globale e Twitch ha messo a punto una piattaforma per farlo - mette in evidenza Bezos nel comunicato diramato ieri -. Come Twitch, anche noi siamo "ossessionati" dai nostri clienti: non vediamo l'ora di poter imparare da Twitch e aiutarla a mettere a punto servizi nuovi».