
Che gli autori di libri autopubblicati non siano tutti uguali è cosa nota, ma fino ad oggi
Amazon, che con il suo programma
Kindle direct publishing pubblica ogni mese migliaia di e-book di autori più o meno sconosciuti, li aveva sempre considerati alla stessa stregua gli uni rispetto agli altri.
Le cose però stanno per cambiare visto che, dal primo luglio, Amazon ha annunciato che
gli autori indipendenti saranno pagati in base al numero di pagine effettivamente lette dagli utenti.
Evidentemente il nuovo meccanismo (dotato di un algoritmo di controllo – non meno sotto embargato degli altri che governo il regno di Amazon – per evitare trucchi da parte degli autori) punta ad incoraggiare la
creazione di contenuti di qualità sulla piattaforma, ma anche di sostanza, visto che più il volume sarà lungo e più i proventi potranno essere alti.
Se il retailer spiega che il cambiamento è stato incoraggiato dalla stessa comunità degli scrittori, con l’obiettivo di raggiungere compensi più in linea con la lunghezza dei libri e con la quantità effettivamente letta dagli utenti, le polemiche hanno già iniziato a fioccare.
Di sicuro il sistema crea un forte incentivo ad
utilizzare tecniche narrative capaci di accalappiare il lettore tenendolo incollato alla pagina (ma, d’altro canto, non è questo l’obiettivo degli scrittori?) con la possibilità che la qualità complessiva della narrazione venga a risentirne. A dire il vero, però, lo stesso meccanismo della serializzazione, delle trilogie e delle saghe, sempre più sfruttato nel settore, ha già cambiato profondamente il modo di pensare ad alcune tipologie di libri, soprattutto di genere, come per esempio il romanzo erotico o YA.
Insomma nei prossimi anni potremmo assistere ad
una diminuzione dei «casi letterari» nati dal basso che nelle ultime stagioni editoriali avevano iniziato ad affacciarsi sul mercato, da E.L. James ad Anna Todd. In ogni caso, l’impressione è che ci si trovi di fronte ad uno scenario un po’ «pompato» dato che le vendite di e-book autopubblicati – per quanto in crescita nel mondo anglosassone – non rappresentano che una piccola parte del fatturato del settore.
Di sicuro il modello di Amazon impone qualche riflessione, anche se alla fine
i meccanismi che regolano il successo di un libro non sono nell’era dei big data meno imperscrutabili per l’autore o per l’editore. Anni fa, quando per la prima volta si è rivelato possibile profilare i gusti e le abitudini di lettura di chi acquistava e-book, in molti hanno ipotizzato di sviluppare libri capaci di coagulare le preferenze narrative di un più vasto numero di lettori, eppure non sembra che le classifiche di vendita abbiano registrato casi editoriali degni di nota in questo senso…