Negli Stati Uniti parlare di Amazon è sinonimo di discussioni, proteste e forti prese di posizione. Ogni iniziativa del gigante di Seattle viene salutata da editori e librai come ulteriore testimonianza della politica espansionistica che mira a controllare l’intera filiera editoriale, dalla distribuzione, alla tecnologia, al marketing e, ultimamente, al lavoro editoriale.
In Europa, fino ad ora, Amazon ha giocato la parte del fantomatico elefante nel salotto: tutti sanno che esiste (impossibile non notarlo con l’apertura del Kindle Store nei principali mercati europei) ma la sua assenza fisica lo fa spesso percepire come una presenza lontana e remota. Da oggi sarà un po’ più difficile far finta di niente.
La società di Jeff Bezos è ospite al Salone del libro di Parigi, inaugurata ieri sera. 80 metri quadrati di stand che saranno usati per vendere il proprio cavallo di battaglia, il Kindle. L’annuncio della presenza di Amazon ha scatenato le polemiche e le paure soprattutto di librai e piccoli editori per i quali si tratta di una vera e propria provocazione. L’accusa, ovviamente, è quella di vendere i libri tradizionali a prezzi troppo vantaggiosi per il cliente, con sconti fino al 5% (sconto massimo consentito in ) e senza spese di spedizione. Bertrand Morisset, commissario generale del Salone, fa sapere che si tratta di una presenza legittima. Insomma, la miccia pare essere esplosa anche in Europa. E con il Salone del libro di Torino alle porte…