Sono i giovani a trainare l’editoria del post-pandemia: il 44% di loro ha competenze nella comprensione dei testi scritti alla fine della scuola superiore simili a quelle che dovrebbe avere un ragazzo alla fine delle scuole medie, eppure le loro scelte plasmano le classifiche dei libri più venduti.
La loro attenzione è risucchiata dal mondo digitale e da quei social network che nell’ultimo periodo hanno determinato il successo di più di un titolo, e i generi da loro prediletti, fumetti e manga, hanno fatto crescere le vendite nelle librerie.
Secondo Renata Gorgani, amministratrice delegata e direttrice editoriale de Il Castoro, nonché proprietaria della Libreria delle ragazze e dei ragazzi, «gli editori devono cominciare a ritararsi su quello che i giovani stanno chiedendo. I ragazzi hanno trovato i loro canali per scegliere i libri che vogliono e accettano poco i consigli. Dobbiamo imparare ad ascoltare, aprire le orecchie, gli occhi, e a rispondere a queste nuove esigenze».
«Gli editori sono abituati a rispondere a tutte le sfide che vengono poste al mercato dai lettori» aggiunge. «Però è vero anche che in questo momento ci sono strumenti nuovi e che abbiamo bisogno di formarci per rispondere a esigenze che prima non avevamo considerato».
Lontano dagli adulti, in un mondo virtuale fatto di luoghi e linguaggi propri, autonomi, i ragazzi stanno quindi rivoluzionando il mercato indipendentemente dall’offerta, sviluppando nuovi trend raramente intercettabili.
«Hanno trovato il loro canale social dove è difficilissimo entrare per fare marketing, per imporre dei gusti» conclude Gorgani. «I giovani seguono le loro strade, sono molto indipendenti. E poi hanno riconosciuto dei generi che prima erano molto più di nicchia, come i fumetti, creando anche in questo caso una domanda – e un’opportunità – a cui gli editori devono rispondere».