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Fiere e saloni

Italia - Francia palla al centro: piccole editorie a confronto

di Rachele Marziolo notizia del 5 dicembre 2024

Come si posizionano, in ottica europea, le sfide che la piccola editoria affronta in Italia, e come è possibile inquadrarle nell’ottica delle soluzioni adottate in Paesi diversi? Questo il tema al centro dell’incontro La piccola editoria tra logiche di filiera e politiche pubbliche: Italia vs. Francia, svoltosi il 5 dicembre 2024, nel contesto del programma professionale di Più libri più liberi 2024.

Moderati da Annamaria Malato, presidente di Più libri più liberi, Nicolas Filicic, editore della casa editrice francese Les Belles Lettres e Lorenzo Armando, presidente del Gruppo Piccoli editori di AIE, si sono confrontati su vari aspetti operativi della filiera della piccola editoria nei rispettivi Paesi, e in particolare sulle modalità con cui i piccoli e medi editori riescono a reagire alle dinamiche di un mercato che sembra remare loro contro,

Nel contesto del suo intervento, Filicic ha evidenziato come in Francia manchi una manifestazione fieristica dedicata esclusivamente alla piccola e media editoria che crei un impatto analogo a quello che Più libri più liberi ha in Italia. Ha inoltre sottolineato come, nel caso del mercato francese, è molto difficile reperire dati focalizzati sulla piccola e media editoria in quanto il Syndicat national de l'édition (SNE), nel contesto delle sue indagini, non opera delle distinzioni in termini di dimensione delle case editrici. Per ovviare a questo problema, nel 2023 il Ministero della cultura francese ha elaborato un report specifico, focalizzato sugli editori con un fatturato lordo fino a 2 milioni di euro, secondo il quale questi ultimi rappresentano il 14% delle vendite totali di libri in Francia, pari rispettivamente al  9% delle copie vendute.

Filicic ha poi sottolineato come sono tre gli elementi fondamentali che, in Francia, rappresentano degli elementi strutturali su cui la piccola e media editoria può contare: in primo luogo, la presenza nel Paese di una folta rete di librerie specificatamente dedicate all’editoria indipendente; in secondo luogo, la varietà di promotori e distributori indipendenti dai grandi gruppi editoriali, con i quali i piccoli editori possono stringere varie tipologie di accordi; infine, le importanti sovvenzioni del governo agli editori.

In merito al primo punto, Les Belles Lettres, per esempio, nel contesto della sua storia centenaria, ha sviluppato nell’ultimo ventennio una propria attività di promozione e distribuzione editoriale che raccoglie attualmente più di cento editori indipendenti. Ad essa si sono aggiunti molti altri promotori e distributori indipendenti, che in Francia rappresentano un’effettiva alternativa all’accesso alla filiera rispetto ai distributori afferenti ai grandi gruppi: secondo il report del Ministero della cultura, 7 piccoli e medi editori su 10 scelgono la distribuzione indipendente all’inizio della propria attività. Filicic ha però sottolineato come questi due «binari» della distribuzione non siano alternativi tra loro, bensì complementari: la distribuzione e promozione indipendente arriva anche nelle librerie di catena, così come i distributori afferenti ai grandi gruppi distribuiscono anche titoli di altri editori.

Lorenzo Armando ha ribadito come la situazione del mercato italiano sia molto diversa, con i piccoli editori in maggior sofferenza rispetto agli editori più grandi e ai gruppi, in un contesto dove, da un lato, proprio i grandi gruppi spingono maggiormente i propri marchi editoriali all’interno delle catene di proprietà e, dall’altro, la distribuzione editoriale si prefigura in un contesto pressoché monopolistico. Armando ha sottolineato come, nonostante un progetto di una rete alternativa di distribuzione sia già stato ipotizzato anche dai piccoli editori italiani, le principali obiezioni ad esso continuano ad essere di tipo economico e organizzativo, dalle risorse finanziarie necessarie alla gestione del rapporto con le grandi catene e con retailer come Amazon.

Altro importante elemento di confronto è stato quello sulla logistica e sulle rese. In questo ambito il caso francese rappresenta un vero e proprio modello virtuoso, con appena il 20% dei titoli resi che vengono poi reinseriti in magazzino. Non solo: nel caso della distribuzione «indipendente» questa percentuale si abbassa ulteriormente. Stesso discorso vale anche per i tempi di pagamento a cui gli editori sono soggetti da parte dei distributori: una media di circa due mesi in Francia, contro i circa 4-6 mesi dell’Italia.

Un ultimo punto di confronto è quello delle sovvenzioni statali. Lorenzo Armando ha sottolineato come, in Italia, le misure pubbliche di sussidio all’editoria sono spesso state concepite in termini di promozione della lettura, e manchi inoltre un vero e proprio sostegno alla produzione da mettere al sistema, evitando misure estemporanee.

Filicic, d’altra parte, ha evidenziato come in Francia ci siano molte più misure di sostegno proprio a favore della produzione, non solo a livello nazionale ma anche regionale: dalle sovvenzioni del Centre National du livre (CNL) per aprire librerie indipendenti e per pubblicare determinati libri, a quelle delle singole regioni per sviluppare l’attività editoriale nell’ambito del proprio territorio.

Emerge in definitiva come, nel contesto della filiera editoriale francese, ci sia una maggiore flessibilità di adattamento alle varie necessità dei diversi editori, piccoli e grandi, rispetto ad un panorama italiano più rigido, specialmente dal punto di vista delle contrattazioni tra filiera produttiva e filiera distributiva. Si spera, pertanto, che le caratteristiche virtuose dell’esempio francese (comunque non esente da problemi, in primis la progressiva concentrazione dei gruppi editoriali) possano, in modi e tempi diversi, essere utili anche nel contesto della piccola e media editoria italiana.

L'autore: Rachele Marziolo

Ho conseguito la laurea magistrale in Economia per l’arte, cultura, media e intrattenimento all’Università Bocconi di Milano. Possiedo una grande passione per i libri e svolgo attualmente la mia attività presso l’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori, dove mi occupo dell’elaborazione di analisi afferenti al mercato editoriale.

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