
La capacità dei youtuber di attirare l’attenzione del loro pubblico
non resta confinata al web. Dopo aver collezionato centinaia di migliaia di visualizzazioni sulla popolare piattaforma di condivisione video, questi fenomeni della subscription, spesso poco più che adolescenti, hanno cominciato a imporsi anche nelle classifiche di vendita dei libri. È quanto rivela
la top 20 di Publishers Weekly dell’ultima settimana di ottobre, curata come di consueto da Nielsen Bookscan, nella quale,
ben tre dei titoli presenti in classifica hanno come autori stelle di YouTube.
In settima posizione troviamo Tyler Oakely, che ha oltre 21 milioni di seguaci sui suoi profili social ed è considerato la voce più significativa su YouTube del movimento LGBTQ. Il suo libro,
Binge, ha venduto oltre
34 mila copie nella prima settimana dopo l’uscita.
Al ventesimo posto della classifica dei best seller, con
13 mila copie vendute nella settimana dell’uscita, troviamo
This Book Loves You di PewDiePie, youtuber svedese di fama mondiale che ha fidelizzato il suo immenso pubblico grazie a video ironici sul gameplay.
In tredicesima infine, ma già alla loro seconda settimana in classifica, ci sono i londinesi Dan (Howell) and Phil (Lester) che, partendo dalla web serie The Super Amazing Project, sono stati consacrati dalle numerose collaborazioni con BBC Radio 1. Sommando le sottoscrizioni di entrambi su YouTube, si arriva quasi a 14 milioni di fan, almeno 5 dei quali collezionati grazie al tour di presentazioni avviato da
This Amazing Book Is Not on Fire – il loro libro – che
ha venduto, ad oggi, oltre 57 mila copie.
Questi tre nuovi titoli alimentano, sostanziano e rinverdiscono un fenomeno – quello dei youtuber scrittori – che si sta decisamente consolidando. Già alla fine del 2014 Atria del gruppo Simon & Schuster, in collaborazione con United Talent Agency, decise di investire sugli autori provenienti da YouTube pubblicando i loro libri in
un’apposita nuova sigla: Keywords Press. L’operazione si è rivelata evidentemente indovinata, visti i risultati raggiunti da alcuni titoli nel corso del 2015:
A Work in Progress, il memoir del vlogger americano Connor Franta, ha venduto circa
168 mila copie dall’uscita in aprile, Zoe Sugg – la fashion youtuber Zoella – autrice di
Girl Online, ha venduto
104 mila copie in poco meno di un anno e Shane Dawson, il comico californiano ai cui canali YouTube sono iscritti oltre 7 milioni di utenti, con
I Hate Myselfie, che ha venduto
85 mila copie dalla pubblicazione, a Marzo.
Anche gli editori italiani hanno fatto e stanno facendo i conti con il fenomeno dei youtuber scrittori: in principio fu Clio Zammatteo (la make-up artist approdata dal videoblogging al palinsesto di RealTime TV) che nel 2009 pubblicò con Rizzoli
Clio make-up. La scuola di trucco della regina del web; nel 2010 fu il momento di Willwoosh, al secolo Guglielmo Scilla, esule – recentemente redento – della rete, con il suo
10 regole per fare innamorare (Feltrinelli), e qualche anno dopo con
L’inganno della morte (Kowalski); nel 2013, con Mondadori, iPantellas (animatori di villaggio turistico passati alla comicità su YouTube) pubblicarono
Crazy School.
In tempi più recenti – come l’invito a Che tempo che fa,
nella stessa punta dei Pooh e Ammaniti, inequivocabilmente decreta –
i campioni della rete sono i youtuber Clapis, Decarli e Favij, peraltro nelle sale con il loro primo lungometraggio, Game Therapy.
Due dei tre si sono già cimentati con la scrittura: entrambi per Mondadori Electa, Favij con
Sotto le cuffie e Decarli con
Un ennesimo stupidissimo libro.
È evidente che i fenomeni – quello internazionale e quello italiano – non siano perfettamente sovrapponibili. Quello che li accomuna, però, è sicuramente
il «divismo familiare» che la rete (e le community che riunisce) tende a generale e che, soprattutto gli utenti più giovani, accolgono e alimentano con grande naturalezza, forse godendo della distanza facilmente percorribile che li separa dai loro idoli. Un altro aspetto interessante è che il libro, in questi casi più che in altri, non necessariamente vettore di contenuto e informazione,
diventa oggetto, feticcio da portarsi via (magari autografato) dopo l’incontro con la web star del momento.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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