Non sfuggirà, tuttavia, che fino ad ora si è parlato solo di narrativa: la non-fiction sembrava esclusa da questa Twitter fever. Almeno fino a quando qualcuno non ha deciso di dire no… anzi, Nein. Eric Jarosinski, in passato professore di cultura tedesca all’università della Pennsylvania, ha deciso di rifiutare le costrizioni in cui sentiva di vivere durante il periodo accademico e di dedicarsi alla filosofia in maniera più vivace, ironica e fluida: in particolare, ridando vita al genere aforistico attraverso il mezzo che al momento gli è più congeniale, ovvero Twitter, che per la sua brevità non può che esserne la sede quasi naturale. I suoi 118 mila follower sono la prova che l’esperimento non è solo riuscito, ma – soprattutto tenendo conto degli argomenti trattati – è un vero e proprio successo. Ora il libro che raccoglie i suoi pensieri più riusciti è stato pubblicato in America e prontamente tradotto (con testo a fronte) da Luca Mastrantonio per Marsilio; abbiamo chiesto a Francesca Varotto, editor a capo della narrativa straniera per la casa editrice, di parlarci di Nein, di twitteratura e della nuova vita della scrittura on line.
Cosa ha spinto Marsilio ad acquisire i diritti di Nein e a procedere a una pubblicazione così tempestiva?L'idea di Jarosinski è fantasiosa e intelligente, la dimostrazione che la semplificazione del testo prevista dalla comunicazione digitale non sempre è sinonimo di impoverimento, se usata con talento può diventare arte, rivelandosi molto efficace: concentrare in 140 caratteri i molteplici messaggi contenuti in Nein con tutti i riferimenti sottesi è un'operazione molto ingegnosa.
Ultimamente la “twitteratura” sta prendendo molto piede (vengono alla mente i già citati Jennifer Egan, David Mitchell, Philip Pullman): tutti, però, si sono concentrati sulla narrativa, mentre Nein è il primo esempio di raccolta aforistica che riesce a superare il web e a sbarcare su carta. Qual è stata la sua forza? Pensa sia un fenomeno replicabile?@NeinQuarterly è un fenomeno internazionale, Eric Jarosinski è seguito non solo in rete ma anche da migliaia di affezionati lettori che lo trovano nelle rubriche settimanali di giornali come la «Zeit», il «New Yorker» o «NRC». I suoi testi offrono vari livelli di lettura, sono ironici, taglienti, necessariamente concisi e quindi diretti. Pur nel pessimismo del messaggio, Nein fa assolutamente sbellicare dalle risate. Come dice Jarosinski, fa piacere vedere le proprie paure e disagi verso il mondo condivisi da altri. Nein è un invito a pensare, sorridendo del male (o del nulla), accessibile a tutti.
La forma è sicuramente replicabile, lo stesso Luca Mastrantonio mentre traduceva ha dato vita a una serie di ingegnosi tweet legati alla realtà italiana sulla falsa riga di quelli di Jarosinski. Ma replicare il fenomeno semplice non è.
L'account Twitter di Marsilio potrebbe essere utilizzato anche in funzione di scouting, permettendo di cogliere un talento pronto per la pubblicazione?
È un ottimo suggerimento. Basta vedere il successo di Anna Todd con una serie nata capitolo dopo capitolo su uno smartphone. È difficile ma possibile che anche i 140 caratteri di Twitter raccolgano la promessa di una bella sorpresa editoriale.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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