
È il character più famoso del mondo. La sua prima striscia a fumetti è stata pubblicata in Italia nel 1930 sull’«Illustrazione del popolo», settimanale torinese, e da allora è cominciata la sua storia editoriale nella Penisola. Stiamo parlando di
Topolino, il topo più amato dai bambini di tutto il mondo, di cui la scorsa settimana è stato
pubblicato in Italia l’albo da collezione numero 3.000. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con
Valentina De Poli, direttore del settimanale Topolino, per parlare di questo straordinario traguardo.
Il numero 3.000 di Topolino racconta di una lunga tradizione. Può spiegarci quali sono i segreti dietro a questo successo?
Ci sono molti fattori da tenere in considerazione per giustificare un fenomeno editoriale da tremila numeri. Provo a isolarne alcuni, a mio avviso i più significativi. Innanzitutto la forza narrativa dei personaggi a fumetti Disney. Poi la periodicità settimanale del magazine con cui, da più di 60 anni, i contenuti a fumetti vengono proposti accanto agli approfondimenti redazionali e che ha permesso spontaneamente alle storie di rimanere ancorate alla realtà, di evolvere con i propri lettori e di seguire le trasformazioni della società. Infine il target trasversale: ormai Topolino può contare su quattro generazioni di lettori, dai bisnonni ai nipoti, e godere del vantaggio di una sorta di passaparola familiare.
Come avete scelto autori e disegnatori di questo particolare numero? Che caratteristiche hanno le storie in esso contenute?
Il sogno sarebbe stato quello di riuscire a coinvolgere tutta la comunità degli artisti, ma nonostante la foliazione raddoppiata non è stato possibile per ragioni di spazio. Però ogni autore ha potuto lasciare la sua testimonianza sottoforma di dedica speciale. La scelta, quindi, è stata fatta tra coloro che sono stati tra più presenti tra le pagine del magazine degli ultimi anni, tenendo conto anche di non sovrapporci con altri impegni importanti (un esempio:
Paolo Mottura era già impegnato con le tavole della trasposizione a fumetti di
Moby Dick, in uscita su Topolino del 12 giugno, non potevamo frenare la produzione di un storia così!). Per i temi delle storie abbiamo cercato di spaziare in tutti i generi che caratterizzano le storie proposte ogni settimana, d
all'avventura pura alla storia «dalla parte delle papere», passando per il classico
Paperinik e il
richiamo alla letteratura classica, chiamando in causa il maggior numero di «attori» tra paperi, topi e tartufati (coloro che hanno il naso a tartufo, in gergo fumettistico), visto che il numero 3.000 è dedicato proprio a i personaggi.
L'arrivo in edicola del numero 3.000 coincide con il restyling del sito di Topolino che, dal 22 maggio, si presenta con una nuova veste grafica. Che concept volevate trasmettere?
Potenziare la parte di community e l'idea per l'utente-lettore di sentirsi
sempre più coinvolto nel mondo di Paperopoli e Topolinia dove è possibile dialogare con i personaggi, con la redazione, con gli autori ma, soprattutto, assumere un'identità a fumetti (attraverso l'avatar-machine). Io, per esempio, sono un personaggio preso dal mondo di Paperopoli, indosso degli occhialoni da rapper e ho le basette come Zio Paperone. Porto sempre con me una boul de neige come portafortuna e il mio avatar si trova nello spazio... Se pensate che sono impazzita entrate nel sito e provate anche voi a costruire il vostro avatar!