
Pottermore, il sito
nato nel 2012 per estendere on line il marchio Harry Potter e per vendere le versioni e-book e audio book dei sette titoli della collana originale, sta per essere rilanciato con
un nuovo design e un approccio all’utente totalmente rinnovato. Il ripensamento del sito è stato guidato da Susan Jurevicsm, CEO di Pottermore da oltre due anni. L’intento della trasformazione sembra essere il passaggio da una logica di avvicinamento di nuovi lettori a una di ampliamento dell’esperienza dei già appassionati, in parziale controtendenza rispetto al
restyling del 2013, che aveva come l’obiettivo quello di rendere comprensibile e appetibile il sito per tutti coloro che a Harry Potter si erano accostati senza aver letto i libri o visto i film.
Centrale nell’evoluzione è l’introduzione di sistemi di narrazione più coinvolgenti e pertinenti con il pubblico di riferimento del sito – quello dei young adult –, anche tenendo conto delle trasformazioni piuttosto importanti che hanno investito le abitudini di fruizione degli utenti dal 2012 a oggi, esplosione dell’utilizzo dei dispositivi mobili in primo luogo. Un’altra idea che ha condotto il ripensamento di Pottermore è sicuramente quella di spostare il fulcro dell’universo di JK Rowling dalla dimensione narrativa già esplorata nei sette titoli della saga a una più ampia, correlata ma indipendente rispetto a quella dei libri. Anche considerando
i nuovi prodotti in uscita a marchio Potter: infatti sono già in cantiere tre film «collaterali», di cui il primo –
Gli animali fantastici: dove trovarli – sarà realizzato nel corso del 2016. In un’intervista a «The Bookseller», Susan Jurevicsm ha fatto presente che, nel 2012, Pottermore nasceva essenzialmente per avvicinare alla lettura della saga quella che sarebbe diventata, di lì a qualche anno, la prossima generazione di lettori, pertanto si rivolgeva a un pubblico di bambini. D’altronde, le logiche di gioco immediate ed elementari che caratterizzavano il sito e la sua aderenza perfetta all’universo narrativo già espresso dai sette libri, comunicavano chiaramente l’intensione di espandere verso il digitale il mondo di un prodotto già esistente e ampiamente consolidato nella dimensione «fisica».
Il nuovo sito, invece, di mondo vuole costruirne un altro, pur non stravolgendo il precedente. Pottermore si trova, oggi, a fare i conti con l’evidenza che il
core del suo pubblico sia costituito da adolescenti di sesso femminile, post
millennials che vivono con lo smartphone in mano, abituati a universi narrativi plastici, capaci di espandersi oltre i confini del libro e di arricchirsi di elementi provenienti dalla multimedialità.
Per questo il nuovo Pottermore è stato sviluppato a partire dalla fruizione in mobilità e trova nello smartphone il suo device nativo. Sarà un sito pensato per l’interazione touch, regno della narrazione immersiva e luogo di quell’esplorazione autonoma che sempre più gli utenti sono abituati a cercare nei prodotti digitali. Un Pottermore di cui i fruitori saranno, probabilmente, più protagonisti. E dove l’elemento forte dell’autorialità verrà ribadito dal logo manoscritto dalla Rowling.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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