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Editori

[Plpl incontri professionali] Collaborare stando assieme su una piattaforma

di Camilla Pelizzoli notizia del 8 dicembre 2015

Le piattaforme di condivisione di contenuti digitali sono uno dei temi caldi dell’editoria universitaria, scolastica e professionale. Pandoracampus, dedicata alla didattica universitaria, è riuscita a diventare centrale nel panorama italiano e ha raccolto attorno a sé, a partire dalla casa-madre il Mulino, tutte le principali case editrici dedicate a questi ambiti di studio. Quali vantaggi ha portato agli editori? E alle università? Studenti e professori stanno effettivamente giovandosi di questo nuovo modo di ottenere contenuti e di fruirne? Ne ha parlato Andrea Angiolini, responsabile di Pandoracampus e direttore editoriale della casa editrice il Mulino, durante l’incontro Collaborare stando assieme su una piattaforma?

Pandora Campus è una piattaforma multieditore – concetto fondamentale, tanto che neppure il logo del Mulino si trova sul sito, per non operare alcun tipo di differenziazione e preferenza – e multilingue che per ora contiene ottanta titoli, di cui quindici in lingua inglese; si presenta come una compagnia variegata di editori anche concorrenti tra loro, per cui inizialmente non è stato facile avviare il progetto. Almeno fino a quando non è diventata comune la percezione e la consapevolezza dei cambiamenti in corso nel settore, che hanno fornito la spinta necessaria a muoversi verso nuove soluzioni per affrontare scenari complessi, che richiedono continui adeguamenti tecnologici, di contenuto e di servizi: adeguamenti tali e necessari a tali velocità che nessun editore è in grado di offrirli da solo, anche e soprattutto per i costi.
Un altro fattore che ha spinto gli editori a partecipare è stata la consapevolezza che convegni e discussioni accademiche non siano più sufficienti di per sé: l’accesso a una piattaforma di questo tipo permette di capire come andare avanti, e dunque capire anche se e quanto si è pronti per affrontare i cambiamenti.
Ma, in pratica, come coesistono pacificamente i vari editori? Innanzitutto, condividendo analisi e informazioni, così come i problemi, scambi resi possibili dalla piattaforma che assumono un volume di molto superiore rispetto a ciò che si sarebbe potuto fare singolarmente. Si condivide anche una mappa del cambiamento, e Pandora monitora e racconta agli editori (e ai partecipanti in genere) quello che accade nel tempo, anche per capire come si svilupperà questo settore dell’editoria.

Ovviamente, però, l’ingresso non è permesso a tutti: ci sono dei requisiti editoriali d’ingresso, che riguardano sia i contenuti (e quindi si parla di elementi di merito, riferendosi non solo a testi accademici ma anche a manuali per la formazione superiore), sia dei prerequisiti formali necessari per poter agire su una piattaforma on line (ovvero contenuti disponibili nei formati più diffusi, che poi Pandora convertirà in HTML5, con prezzi più bassi per contenuti strutturati nei formati più noti e semplici da convertire). I prerequisiti formali permettono anche l’inserimento di DRM di controllo non invasivi ma efficaci, permettendo una protezione totale del file.
Inoltre è fondamentale anche il rapporto con gli autori dei libri che si vogliono proporre: sono maturi, pronti a recepire le potenzialità di questo servizio?
Angiolini ha poi affrontato la questione economica: Pandora fornisce, come detto, la conversione dei formati dei file (quotati a parte), servizi di back office, uno shop e la piattaforma di e-learning. Per questo trattiene una percentuale sulle vendite e propone o una quotazione a consumo oppure una cifra forfettaria secondo una serie di variabili legati anche, ad esempio, al numero di device attivati da un singolo utente su un singolo titolo). Il concetto fondamentale però è che si assicurano a tutti le medesime condizioni di partenza, che si fornisca un solo titolo oppure cinquanta. La divisione, piuttosto, arriva «a valle»: assicurate a ciascuno le condizioni uguali di partenza, si continua sanamente a competere su adozioni e merito dei contenuti.

Pandora si presenta quindi come una realtà sviluppata sul modello B2C, business to consumer, fornendo l’accesso ai contenuti, e non i contenuti stessi. Gli abbonamenti si diversificano per durata e si sono anche siglati degli accordi specifici con le università, fermo restando che i prezzi vengono sempre decisi dalla casa editrice che fornisce i titoli (che può anche decidere di creare un bundle con l’edizione cartacea), anche nel caso dei coursepack, che offrono la possibilità di personalizzare la didattica del singolo professore, che può scegliere capitoli diversi da libri differenti per costruire un nuovo insieme di materiali per lo studio, previa approvazione degli editori e della piattaforma.
Si parla poi di come si presenta la piattaforma agli studenti: con la schermata pulita e i font personalizzabili (perfetti anche per chi soffre di problemi come la dislessia), Pandora è un'alternativa efficace dove si può leggere e studiare in maniera effettiva, e non una «semplice» sperimentazione tecnologica che però non aiuta gli studenti ad ottenere i risultati desiderati.
Angiolini sottolinea soprattutto il fatto che quelli disponibili su Pandora non sono e-book, bensì un nuovo contesto di fruizione, che dà valore al contenuto provando a ripensarlo sin dal layout e che cerca di proporlo, per quanto possibile, anche attraverso l’interattività. Anche l’organizzazione del testo è diversa: pur rimanendo i numeri di pagina, i contenuti sono scomposti in unità d’apprendimento.

Un'altra funzionalità di Pandora che potrà sicuramente essere utile per gli editori è la raccolta di dati quantitativi e qualitativi per quanto riguarda la fruizione da parte degli studenti, così come dei dati sulle azioni come l’apertura degli indici, l’uso dei glossari, le sottolineature. Dati che bisogna imparare a selezionare e su cui gli editori fanno grandi ragionamenti, che a volte anche riguardano anche i canali tradizionali e portano a delle riscritture.
In conclusione, Angiolini parla del futuro della piattaforma e degli obbiettivi che vuole raggiungere. Sicuramente lo sviluppo continuerà comprendendo anche la collaborazione con altre realtà di e-learning, come quella avviata con Moodle o con Federica (creata dall’Università degli Studi di Napoli Federico II); e con altrettanta certezza si parla di personalizzazione dell’apprendimento, grazie al digitale, che consente a parità di contenuti l’adattamento all’attività del singolo studente, per procedere sempre più verso un riconoscimento dei bisogni di approfondimento di ognuno, attraverso la creazione di percorsi personalizzati.

Per informazioni sui prossimi incontri professionali, clicca l'immagine del programma qui sotto:

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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