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Editori

Nuovi orizzonti per il settore educational: quali sono state le maggiori acquisizioni internazionali del 2015?

di Camilla Pelizzoli notizia del 12 gennaio 2016

Il 2015 è stato l’anno delle acquisizioni, e non soltanto in Italia: anche sul piano internazionale, infatti, le concentrazioni editoriali non sono mancate, pur caratterizzandosi in maniera profondamente diversa. Dopo le grandi fusioni nell’ambito del mercato trade – una su tutte, quella tra Penguin e Random House, che ha dato vita al colosso PRH, primo editore di varia al mondo – è venuto il momento del settore educational, che durante l’anno appena passato ha affrontato dei cambiamenti solo apparentemente meno epocali (forse per una minore copertura mediatica), ma non per questo meno definitivi e importanti per lo sviluppo del mercato.
La fusione più imponente è quella che ha riunito Springer Science + Business Media e la maggior parte dei marchi del settore «Science and Education» della MacMillan, dando vita a Springer Nature, una vera e propria potenza del settore, posseduta al 53% da Holtzbrinck (compagnia «madre» della MacMillan e decimo gruppo editoriale più grande al mondo). Publishers Weekly stima che il fatturato della nuova compagnia sia di circa 1,5 miliardi di euro, il che la rende la quarta realtà editoriale in ambito STM (Scientific Technical and Medical publishing) a livello globale.
Altra compravendita tra giganti del settore è stata la cessione da parte di Scholastic della propria sezione «Educational Techonology and Services» al gruppo Houghton Mifflin Harcourt, per 575 milioni di dollari. L’amministratore delegato di HMH, Linda Zecher, ha affermato che quest’accordo porterà a «maggiori infrastrutture digitali e competenze per sostenere lo sviluppo continuativo dei prodotti di prossima generazione». Dato che secondo le ultime stime l’88% delle entrate del gruppo provengono dal settore educational, non stupisce questo corposo investimento, né l’attenzione data alla sviluppo di servizi e prodotti dedicati che spazino trasversalmente dai consumatori più piccoli (detti pre-K-12, ovvero appartenenti alle fasce d’età precedenti la scolarizzazione) agli studenti più cresciuti (K-12, ovvero i ragazzi della scuola primaria e secondaria), segmento in cui il gruppo è leader col 44% del mercato statunitense.
Ultima, ma non meno importante, è un’azione di segno opposto rispetto alle due appena riportate: Barnes & Noble ha ufficialmente scorporato la divisione dedicata ai punti vendita nei college e ha dato così avvio a Barnes & Noble Education, che ha cominciato a operare come compagnia autonoma durante il mese di agosto. Un possibile segno dell’intenzione della «casa madre» di concentrarsi sui propri punti vendita tradizionali (da qualche anno in una situazione per così dire in bilico, a causa dei rivenditori on line e della rinascita delle librerie indipendenti).
Il panorama dell’editoria educativa e professionale è percorso da molti fermenti: non ci resta che osservare in che direzione andrà nel corso del nuovo anno.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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