I nuovi tipi di famiglia - non soltanto quella omogenitoriale ma anche quelle formate da un genitore solo, quelle nate grazie all’adozione, e così via - sono alla ricerca di libri che possano aiutare i «grandi» a spiegare anche ai più piccoli la propria dimensione familiare. Per parecchi anni non è stato facile, in Italia, trovare in libreria libri adatti a questo scopo, ma oggi le cose sono assai diverse.
Tra le varie realtà editoriali che sono sorte per rispondere a questi bisogni abbiamo intervistato
Lo Stampatello casa editrice milanese fondata da
Maria Silvia Fiengo.
Com’è nata la vostra casa editrice?
Lo Stampatello nasce dal bisogno di far parte di un discorso collettivo, di mostrarci come parte di una società, anche dal punto di vista istituzionale. Io e Francesca (Pardi, compagna di Fiengo e autrice e co-fondatrice della casa editrice, nda)
eravamo costrette a leggere ai nostri figli libri «fai da te»: compravamo i titoli che ci interessavano all’estero e li traducevamo, poi incollavamo le strisce di testo in italiano sul testo originale. Nel panorama italiano, infatti,
non trovavamo libri che rappresentassero situazioni famigliari fuori dalla norma. Decidemmo all’inizio di scrivere un libro,
Piccola storia di una famiglia, che ottenne un contratto di pubblicazione presso un grande editore per l’infanzia. Poi, però, questo editore si tirò indietro. Decidemmo allora di stamparlo per conto nostro in qualche centinaio di copie e lo distribuimmo ad amici e parenti. Il libro andrò davvero a ruba. Ristamparlo, però, sarebbe stato molto costoso. In più, insieme all’associazione Famiglie Arcobaleno stavamo scrivendo
Più ricche di un re. È stato allora che abbiamo deciso di aprire una casa editrice: abbiamo così creato una ditta individuale e così, con tante idee e un po’ di timore, ci siamo avventurate alla nostra prima fiera, Bologna 2010.
Com’è nato Piccolo uovo, vincitore del Premio Andersen 2012 (miglior libro 0/6 anni)?
Proprio a Bologna avevamo portato un prototipo per un nuovo libro che parlava di
tutti i tipi di famiglie, non soltanto quella omogenitoriale ma anche quelle formate da un genitore solo, quelle formate grazie all’adozione, eccetera. Con tanto entusiasmo lo presentammo ad Altan e lui, con nostra grande sorpresa,accettò di illustrarlo. Poco tempo dopo avevamo in mano i suoi bellissimi disegni – diversi animali che illustrano al piccolo uovo che non vuole nascere la bellezza che sta nella diversità.
Fu con
Piccolo Uovo che ci presentammo all’Incubatore del Salone di Torino nel 2011.
Da cosa è composto il vostro catalogo?
Principalmente pubblichiamo i titoli della
casa editrice inglese Frances Lincoln, i loro titoli e le loro illustrazioni sono in sintonia con quello che piace a noi. Abbiamo anche comprato un titolo dal Giappone,
Una giornata di Tobia, libro cult di Miwa Nakaya. Per quanto riguarda la vendita di diritti di pubblicazione all’estero, se ne occupa Atlantyca:
i nostri titoli sono presenti ora in diversi Paesi; una grande sorpresa è stata la vendita in Olanda: tra i titoli che vedranno la luce là ci sono anche
Piccola storia di una famiglia e
Una mamma e basta.
Può anticiparci qualcosa sulla vostra prossima produzione?
Il nostro obiettivo ora è quello di ampliare il nostro catalogo,
dedicandoci alla diversità non solo in ambito lgbt ma anche in senso più largo. Abbiamo appena presentato a Torino una semplice e divertente storia d’immigrazione,
Il mio primo giorno in Italia, al quale seguirà
Lanterne a Milano di Shao Shang Chu: un modo diverso per raccontare il nostro Paese, attraverso gli occhi di chi è appena arrivato.