L’editoria per ragazzi gode di buona salute, e non soltanto in Italia: se per quanto riguarda il nostro paese c’era già da qualche anno la certezza che è questo il settore al momento più «sano» (uno dei pochi, in effetti, a mantenere delle percentuali positive), il convegno organizzato da Nielsen ha confermato che anche nel resto del mondo sono i libri destinati ai piccoli lettori a registrare le performance migliori.
La stima è che a livello internazionale
la percentuale del mercato occupata dai libri per ragazzi sia il 34%, un valore in crescita: tra i titoli in pole position ci sono in particolare i libri dedicati al franchise di
Frozen, su cui la Disney ha puntato molto sin dall’uscita del film, e la serie
Diario di una schiappa, che ha – tra le altre – venduto
10 mila copie della versione in latino del primo volume.
Grande attenzione, poi, è stata data alla definizione dell’acquirente e del lettore tipo: in particolare, si è sottolineato come nei maggiori mercati
il multiculturalismo è ormai un dato di cui tener conto per la produzione di storie e serie (i dati più specifici sono quelli riguardanti gli Stati Uniti, dove si stima che il 51% dei bambini sotto i 9 anni è non-caucasico). Courtney Jones, a capo del reparto Multicultural Growth and Strategy per Nielsen Entertainment, ha sottolineato che non si tratta di essere «politicamente corretti», ma di riconoscere chi sono i consumatori, cosa vogliono e quali potenzialità hanno per la crescita del mercato.
Altro punto d’interesse è l’età di chi compra i libri per ragazzi, in particolare quelli che fanno riferimento all’etichetta YA (Young Adult): l’analisi Nielsen ribadisce l’inadeguatezza di un termine che ormai inscatola una serie di generi che divergono in maniera considerevole tra loro, costringendo sotto un’etichetta molto piccola un mondo piuttosto vario.
Colpiscono i dati secondo cui
l’80% dei libri YA è comprato da persone che hanno superato l’adolescenza: una percentuale che non si può giustificare soltanto con l’idea che siano genitori alle prese con gli acquisti per i figli. Anche osservando i comportamenti provenienti dai social network – sia quelli generalisti come Twitter, sia quelli dedicati ai lettori come Goodreads – si può notare che molti adulti gradiscono i libri di questa categoria: il dibattito a riguardo si è fatto molto acceso tra i lettori anche grazie all’hashtag #kidsbooksummit.
Il mondo dell’editoria per ragazzi è, dunque, in continuo fermento; e anche se quest’anno l’argomento è stato solo sfiorato, non è difficile indovinare che nei prossimi anni si parlerà sempre più di e-book, visto che tra i risultati ottenuti dalle ricerche c’è anche il dato secondo cui
l’età media di chi entra in contatto con un e-book per la prima volta si è abbassata da 7 a 5 anni (probabilmente per l’aumento di tablet posseduti dalle famiglie): un’informazione imprescindibile per chi vuole rivolgersi ai lettori di domani.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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