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Editori

«LSWR non è più in vendita»: Albonetti racconta quando disse no a Mondadori

di Samuele Cafasso notizia del 2 febbraio 2023

LSWR Group, la media company italiana leader nei settori della comunicazione, dell'informazione e della formazione dei professionisti e degli operatori della salute, della giustizia e del mondo tecnico, non è più in vendita.

«Non mi interessa essere il più ricco del cimitero. Noi andiamo avanti, chi verrà dopo di noi deciderà che fare» ha detto il presidente Giorgio Albonetti durante i festeggiamenti a Milano per i dieci anni del gruppo che, nato dalle attività di Elsevier in Italia, sotto la nuova guida (accanto ad Albonetti, presidente, è Chief Business and Content Officer e azionista di minoranza Ludovico Baldessin) è diventato un gigante da 694 dipendenti – più i collaboratori  e 28 società presenti in 10 Paesi.

Il gruppo, che ha compiuto 35 acquisizioni in 10 anni investendo oltre 44 milioni di euro, ha in mente nuove acquisizioni e nuovi business: l’ultimo società rilevata, Xplainers, si occupa di preparare gli studenti ai test d’ingresso in alcune facoltà universitarie, un business che adesso LSWR svilupperà in tutte le facoltà che prevedono il numero chiuso. Inoltre, saranno sviluppati nuovi prodotti per preparare gli studenti nelle aree scientifiche, giurisprudenza e ingegneria, a sostenere gli esami.
Un altro progetto ancora prevede il supporto ai professori per la pubblicazione delle «famigerate dispense», prodotti oggi editorialmente molto lacunosi e che LSWR vuole commercializzare in una forma più compiuta. Infine, LSWR ha in programma la commercializzazione delle assicurazioni professionali«I professionisti sono nostri clienti: comprano i nostri libri, i nostri database, i nostri corsi. Li conosciamo benissimo e adesso vogliamo vendergli anche questo pezzetto».

Ma durante il suo saluto ai dipendenti per i dieci anni di LSWR, Albonetti ha raccontato anche un curioso retroscena riferito al 2019: «Come sapete stavamo discutendo l’entrata in Mondadori – ha ricordato – era quasi tutto fatto, tutto deciso, quando ci siamo accorti, discutendo del piano industriale, che non avevamo in mente le stesse strategie». A quel punto, ha raccontato Albonetti, «ci interrogavamo su come sostenere lo sviluppo, avevamo bisogno di qualcuno che ci aiutasse nel nostro percorso». Questo qualcuno fu Corrado Sforza Fogliani, presidente della Banca di Piacenza, deceduto a fine 2022 e che a dicembre del 2019 assicurò al gruppo un investimento di 5 milioni di euro per sostenere il piano industriale. Investimento che fu confermato – ha ricordato con riconoscenza Albonetti – anche pochi meso dopo lo scoppio della pandemia.

Il gruppo, ha ricordato Albonetti nel suo intervento, è passato da 85 dipendenti a 694 e non ha mai licenziato nessuno in dieci anni, scegliendo invece di stabilizzare i collaboratori che di volta in volta entravano in LSWR, regolarizzando i loro contratti.
La filosofia del gruppo si basa sull’internazionalizzazione («Portiamo la conoscenza italiana nel mondo») e sulla capacità di entrare in tanti business e aree diverse con un'offerta a tutto tondo: riviste, libri cartacei e digitali, corsi, servizi di comunicazione, database, eventi«Questa visione di fare tutte queste cose assieme ed esportarle nel mondo, non ce l’ha nessuno».

Editore a tutto tondo? «Un nome che non ci piace, preferiamo definirci come media company» ha spiegato Albonetti. «Siamo nati dieci anni fa e abbiamo capito – aggiunge Baldessin – che per essere efficaci nella nostra offerta dovevamo essere sistemici e multidisciplinari, integrare altre realtà, aggiungere competenze. Abbiamo sviluppato accanto alla salute, l’area del diritto e dei diritti, l’area tecnico-professionale rispondendo anche alle nuove complessità: c’è un tessuto che si sta unendo e convergendo, nascono nuove facoltà e professioni dall’unione delle competenze, come quelle sanitarie ed ingegneristiche. Gli anni che ci attendono saranno connotati da un cambiamento ancora più accelerato, possiamo raggiungere nuovi obiettivi abbattendo barriere diventate obsolete».

L'autore: Samuele Cafasso

Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.

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