In Russia non si legge più, o meglio, si legge sempre meno. La notizia era già arrivata in estate quando un sondaggio realizzato dalla Fondazione Obshchestvennoe mnenie ha evidenziato che il 44% degli intervistati, nell’ultimo anno, non ha letto neanche un libro. Ma c’è di peggio se, secondo i dati pubblicati dalla società di ricerca TNS Russia, delle 8 ore al giorno che i cittadini russi dichiarano di dedicare alla propria dieta mediale, appena l’1,8% di questo tempo (pari a 9 minuti!) è quotidianamente riservato alla lettura di libri.
Dove è finito il popolo di Pushkin e Dostoevskij? Non nelle librerie e neppure nelle biblioteche. Se le prime sono sempre più in difficoltà a causa del caro affitti e della concorrenza delle grandi catene librarie, le seconde, frequentate prevalentemente da studenti e pensionati, a partire da quest’autunno hanno intrapreso una nuova politica di apertura verso il pubblico (orari più lunghi, nuove acquisizioni e procedure più snelle secondo le dichiarazioni rilasciate da Boris Kipriyanov, vice direttore del Centro della biblioteca di Mosca) che, si spera, dovrebbe presto iniziare a dare i propri frutti. Certo la censura che ancora mina la libertà di stampa di giornalisti ed editori non aiuta (quest’anno la Russia ha perso ben sette posizioni nella classifica annualmente stilata da Reporters Sans Frontieres finendo in 148esima posizione) e neppure le ingerenze dello Stato in alcuni settori della produzione editoriale nazionale, come per esempio la scolastica che ha recentemente visto l’introduzione di un manuale di storia unificato che non ha mancato di sollevare polemiche anche nella stessa Russia.
Per correre ai ripari la Russia non ha esitato a lanciare, questo settembre, una nuova campagna di promozione della lettura volta a riportare in auge le «glorie» nazionali. «Ambientalisti in allarme: un gruppo di costruttori minaccia di abbattere un boschetto secolare», «Un ragazzo in una discoteca spara a un amico causa flirt passeggero», «Si è suicidata la moglie di un alto funzionario dopo un litigio con l’amante»: questi e altri risonanti titoli sono rimbalzati sui siti d’informazione russi il 2 settembre scorso, giorno di ripresa delle lezioni per gli studenti russi. Titoli che all’inizio hanno creato un po’ di confusione negli utenti, almeno fino a quando non è stato svelato che nei testi delle presunte notizie erano criptati i soggetti di alcune opere della letteratura classica russa, come Il giardino dei ciliegi di Anton Chekhov, l’Eugenio Onegin di Aleksandr Pushkin, l’Anna Karenina di Lev Tolstoj (immagine a destra) e Mumù di Ivan Turgenev. Le cripto-notizie create per la campagna Notizie dai classici sono state raccolte su un sito ad hoc dal quale gli utenti (che si spera a questo punto si siano trasformati in lettori) avevano la possibilità di scaricare gratuitamente la versione elettronica dei capolavori ai quali la rassegna stampa si ispirava. Sul sito era inoltre possibile contribuire postando nuove notizie mutuate dai classici partecipando in questo modo ad un concorso a premi.
Negli ultimi anni, sono però sorte numerose iniziative, anche statali, per promuovere la lettura soprattutto all’interno del Programma nazionale per il sostegno e lo sviluppo della lettura varato nel 2006. Tra le campagne più originali c’è il progetto rivolto agli adolescenti Zanimaysya chteniem (Dedicati alla lettura) per il quale sono stati realizzati dei poster raffiguranti i grandi autori della letteratura classica russa nelle vesti di coach sportivi (nell'immagine Tolstoj «promuove» Guerra e pace). Sul fronte dei privati, anche le case editrici si sono impegnate su questo fronte lanciando numerose campagne di promozione, quasi tutte legate a sponsor più o meno famosi (presentatori, musicisti, giocatori e allenatori russi).
Chiudiamo con un ultimo spunto, più trasversale: nella metropolitana di Mosca sono stati varati due treni tematici, Moskva chitayushaya (Mosca legge) e Poeziya v metro (Poesia in metro), le cui pareti riportano, al posto della pubblicità, citazioni e illustrazioni di grandi poeti e scrittori della letteratura russa.
Volevo fare l'astronauta, poi il dottore, ma un giorno di settembre ho iniziato a scrivere e la passione è diventata professione. Dalla cronaca di una città di provincia agli ultimi trend del mercato editoriale internazionale ho scritto e interpretato ben più di 50 sfumature di inchiostro (e di pixel!). Sono nerd per vocazione, amante delle serie TV e dei super eroi.
Guarda tutti gli articoli scritti da Lorenza Biava