Arrivano nuove conferme dell’apertura del mercato anglofono nei confronti della produzione letteraria estera. Dopo gli exploit nella narrativa – di cui Elena Ferrante è senz’altro l’esempio più noto – potrebbe essere il turno di altri generi e altri target: qualcosa si sta muovendo, infatti, anche nell’ambito dei libri per bambini e ragazzi. È stata annunciata pochi giorni fa l’apertura di un nuovo progetto da parte BookTrust, associazione indipendente molto attiva che amministra svariati premi, il cui obiettivo finale è preciso: portare all’attenzione degli editori britannici dieci titoli stranieri che meriterebbero la pubblicazione in lingua inglese, e aiutare poi quegli editori che decideranno effettivamente di scommettere su uno dei titoli proposti (anche grazie ai fondi stanziati per il progetto dall’Arts Council England).
«Siamo felicissimi di lanciare la nostra nuova iniziativa per incoraggiare più editori della Gran Bretagna ad acquisire i diritti di traduzione di libri per bambini» ha detto Diana Gerald, AD di BookTrust. «Abbiamo ricevuto risposte estremamente positive dagli editori e aspettiamo di essere inondati dalle migliori storie per bambini provenienti da tutto il mondo, e di portarle a dei lettori tutti nuovi».
In Other Words – questo il nome del progetto – riceverà le submission fino al 26 settembre. Le principali linee guida da seguire sono molto semplici: i libri proposti devono rivolgersi a lettori tra i 6 e i 12 anni, e devono essere stati già pubblicati o in corso di pubblicazione (in sostanza, non si accettano inediti che non siano già sotto contratto). Possono proporre dei titoli sia gli editori stessi che gli agenti degli autori. Fra tutti i lavori che arriveranno, la giuria (formata da esperti del settore, traduttori e critici letterari) ne selezionerà come detto dieci – di cui verranno tradotti degli estratti fino a un massimo di 10 mila parole – che poi verranno presentati agli editori britannici il 4 aprile, durante una serata organizzata appositamente a Bologna, nel corso della Children’s Book Fair. Inoltre, quattro tra i dieci libri riceveranno anche il titolo di «BookTrust Translates Honour», un riconoscimento per dare ulteriore risalto alle storie particolarmente meritevoli.
Gli editori che decideranno di pubblicare uno dei titoli proposti, come detto, riceveranno un finanziamento – di 1.500£ – che li aiuti nel marketing e nella promozione del titolo presso i lettori: un aiuto che permette di affrontare la sfida che comporta il lancio di un libro in traduzione, grazie a cui potrebbe nascere una nuova curiosità presso i giovani lettori.
A conferma del proprio impegno nel tentativo di ampliare gli orizzonti del mercato inglese (e, più in generale, anglofono), BookTrust organizzerà anche un incontro professionale dedicato, che avrà luogo il 4 ottobre, dedicato alla discussione sulle barriere effettive e percepite rispetto alla traduzione, con particolare focus proprio sulla promozione dei titoli tradotti sul mercato britannico in collaborazione con l’autore e il traduttore.
Non si può che sperare, a questo punto, che i nostri editori si facciano avanti e che tra i dieci titoli presentati a Bologna ci sia anche quello di un autore italiano, pronto a farsi conoscere da bambini e genitori inglesi.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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