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Editori

Il caso Zahra’s Paradise. La graphic novel nata da un blog

di E. Vergine notizia del 20 giugno 2012

Zahra’s Paradise è più di un romanzo, più di una graphic novel, più di un blog. È un esperimento editoriale che ta facendo storia.
La trama è tutta incentrata sulla ricerca di Mehdi, un giovane manifestante scomparso durante le contestazioni a seguito dei brogli avvenuti durante le elezioni iraniane del 2009. La madre e il fratello del ragazzo non si rassegnano e tentano di scoprire la verità… Il Paradise Zahra è il nome del più grande cimitero di Teheran.
Al di là del successo della storia in sé, che ha avuto inizio in forma serializzata nel 2010, il progetto è stato l’avanguardia di una nuova fase sia dal punto di vista editoriale che da quello dell’attivismo sociale. I social network, i blog, i video di YouTube non hanno solo fornito il materiale per costruire una trama appassionante ma sono anche stati utilizzati come gli strumenti per una nuova forma di attivismo.
Ma analizziamo il caso Zahra’s Paradise più nel dettaglio. Lo sceneggiatore, Amir, è un giornalista iraniano-americano nonché un attivista per i diritti umani. Durante il difficile periodo delle contestazioni tenutesi in Iran nel 2009 a seguito dei sospetti brogli editoriali Amir decise che voleva raccontare a tutto il mondo cosa stava succedendo nel suo Paese. Per farlo gli serviva un mezzo che arrivasse a più persone possibile, anche a quelle che normalmente non si sarebbero mai avvicinate alla saggistica d’inchiesta o ai romanzi di denuncia così, dopo aver visto Prince of Persia, il film d’animazione, decise di puntare sulla graphic novel.
Per prima cosa Amir si mise in contatto con Mark Siegel, fumettista e direttore editoriale di First Second Books (casa editrice che aveva pubblicato la graphic novel di Prince of Persia) da cui arrivò il suggerimento di proporre la storia sotto forma di «serial web comic» non solo perché i social network, i blog e i video su YouTube sono i mezzi ideale per una comunicazione capillare ma anche perché essi stessi erano le fonti attraverso cui la verità sugli eventi in Iran trapelava al resto del mondo.
Amir e Khalil
, il disegnatore di Zahra’s Paradise, (costretti all’anonimato per ragioni politiche) hanno cominciato a lavorare alla serializzazione della loro storia su un blog dedicato nel 2010. Il blog era la loro finestra sul mondo ma anche sull’Iran: era l’unica possibilità che avevano per continuare a seguire le rivolte dei loro compatrioti (nessuno dei due può più recarsi in Iran «fisicamente»). La stessa trama della graphic novel è scritta come se fosse un blog e uno dei personaggi principali è proprio un blogger.  In un certo senso Zahra’s Paradise è quindi il blog di un blog.
Nel giro di pochi giorni dalla pubblicazione delle prime pagine della graphic novel sul Web Amir e Khalil cominciano a vendere i diritti esteri di una storia che ancora non andava oltre il terzo capitolo, una storia la cui trama si aggiornava e cambiava giorno dopo giorno, a seconda degli avvenimenti che realmente si susseguivano in Iran. Zahra’s Paradise è ha già vinto un Eisner Award quest’anno per la miglior ristampa di graphic novel e corre voce che presto possa trasformarsi anche in un film, seguendo l’esempio di Persepolis di Marjane Satrapi.

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