La 67° edizione della fiera del libro di Francoforte, l’evento più importante per l’editoria mondiale, aprirà i battenti domani e per cinque giorni sarà il luogo d'incontro di circa 7.300 espositori di oltre 100 paesi , con l’Indonesia come ospite d’onore. Lo stand italiano, realizzato in collaborazione con Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, è ospitato nella Halle 5.0, insieme ai Paesi Bassi, ai paesi scandinavi e a quelli dell’est europeo.
Come si sono preparati gli editori italiani a questo importante appuntamento, soprattutto nei riguardi del genere trainante dell’editoria: la narrativa?
Ne abbiamo parlato con Alberto Rollo, direttore letterario di Giangiacomo Feltrinelli Editore, che ha evidenziato le linee editoriali seguite e i criteri di scelta degli autori e dei titoli da mettere in valigia per presentarli alla Frankfurter Buchmesse.
Quali sono le linee editoriali che guidano nella scelta degli autori italiani?
Posso ovviamente parlare dal mio punto di vista, che credo abbia alcuni punti di contatto con le scelte e le decisioni dei miei colleghi. Nel determinare la nostra linea editoriale procediamo seguendo tre concetti chiave: il costante rafforzamento del fronte degli autori che sono asse portante del catalogo; il monitoraggio delle nuove risorse; l'investimento su esordienti (che non coincidono necessariamente con un’età anagraficamente giovane), autori giovani e acquisizioni da altri editori.
Bastano nomi come Stefano Benni, Claudio Piersanti, Gianni Celati, Alessandro Baricco, Erri De Luca, Maurizio Maggiani, Paolo Rumiz, Cristina Comencini, Michele Serra, Simonetta Agnello Hornby per avvertire il peso delle identità che danno sostanza alla molteplicità prospettica di un catalogo che compie quest'anno i suoi sessant'anni. Nomi che costituiscono un fronte che sostanzia e articola l'identità stessa della casa editrice, senza dimenticare eredità importanti come Tomasi di Lampedusa, Antonio Tabucchi, Pier Vittorio Tondelli… Il lavoro editoriale definisce il suo spazio di azione grazie al lavoro dell'autore e al contempo prova a orientarne gli esiti, i tempi, la fisionomia. La convivenza di voci diverse deve poter suggerire una appartenenza che non incide sulla pertinenza delle differenti identità. Si può in tal senso riconoscere un’evidente compresenza di sperimentazione e tradizione, di continuità e scarti, di risposta al gusto e di anticipazioni. Si percepisce una sorta di energica spinta verso la qualità e la messa a fuoco del mondo, verso il respiro delle storie (per lo più lontane dai generi) e gli strappi di una lingua narrativa sempre più esposta a prestiti e mescidazioni. È quello che si avverte nelle acquisizioni più importanti come Roberto Saviano, Ermanno Rea, Marco Missiroli, Davide Longo, e nelle sfide, letterariamente più intriganti, come il romanzo di Vinicio Capossela. Ed è quello che si avverte anche nelle nuove risorse. Che sono autori – fra gli altri, Nicola Gardini, Alessandro Mari, Giulia Carcasi, Martino Gozzi, Marco Mancassola, Paolo Di Paolo, Giovanni Montanaro, Giuseppe Catozzella – nati o confermati all'interno della casa editrice, quasi tutti tradotti in Europa, e destinati a rappresentarne un importante fronte di sviluppo. Altre acquisizioni – con un ampio curriculum alle spalle e un solido consenso di pubblico, come Gioacchino Criaco, Concita De Gregorio, Chiara Gamberale e Margaret Mazzantini – suggeriscono la forza di penetrazione e di impatto di un editore «ospitale», in grado di offrire spazio e stimoli vitali.
Su quali autori state puntando, in particolare, per la vendita di diritti alla fiera di Francoforte?
Fra gli esordi o semi esordi, Giulia Villoresi, Giuseppe Rizzo, Tito Faraci ed Emiliano Poddi, candidato, con il suo Le vittorie imperfette, a ben rappresentare l'editore nella fiera di Francoforte del 2015. Esordi puri sono stati Stefano Valenti ed Enrico Ianniello, entrambi arrivati alla narrativa con una diversa maturità professionale, ed entrambi premiati con il Campiello Opera Prima.
Che cosa rende maggiormente vendibile un autore italiano di narrativa per un editore straniero?
Gli autori italiani più venduti all'estero appartengono alle aree di genere. L'editore straniero vuole storie forti (e fin qui tutto bene) ma gradisce che l'italianità sia ben condita da sfumature nero-mafia, giallo-siculo o comunque rosso-passione. Non mancano casi che esulano da questo triangolo, ma per lo più non toccati da successo. Per noi è stata recentemente una sorpresa foriera di ottimismo la bellissima accoglienza accordata in Francia a Les folles espérances, Troppo umana speranza, di Alessandro Mari e in Germania a Der Fall Bramard, Il caso Bramard, di Davide Longo.