L’antidoto alle difficoltà della narrativa in rosa è da cercarsi nelle nuove formule di storytelling. Almeno questo è quanto sembra trasparire dalla strategia digitale di Harlequin – in Italia meglio conosciuto come Harmony – il marchio leader della narrativa per signore (almeno prima della diffusione del self-publishing) che adesso scommette sull’intrigante progetto di narrativa on line «The Chatsfield».
Nell’ultimo periodo il gigante dei romanzi rosa ha visto vacillare in maniera significativa le sue quote di mercato. Se infatti – stando a quanto riporta il «New Yorker» – nel 2012 Harlequin poteva contare su un business da 1,5 miliardi di dollari all’anno (quasi il 17% delle vendite di fiction), negli anni successivi il gruppo canadese ha accusato il contraccolpo dovuto all’affermarsi di altre forme di narrativa digitale e, poche settimane fa, la News Corporation ha annunciato la sua intenzione di comprare Harlequin alla Torstar Corporation per 415 milioni di dollari (una cifra pari circa al fatturato che Harlequin aveva registrato lo scorso anno).
In questi anni il colosso del romanzo rosa ha compiuto un’importante opera di ristrutturazione del marchio con l’obiettivo di liberarsi della sua patina romantica e un po’ datata per lanciarsi nel campo della narrativa erotica. Tuttavia, nonostante gli sforzi, i romanzi più «hot» di Harlequin sembrano essere stati giudicati ancora troppo «tiepidini» dalle lettrici e il fatto che nel 2012 la trilogia delle Cinquanta sfumature abbia fatturato più vendite totali di quelle dell’intera divisione retail di Harlequin Nord America è più che emblematico.
Del successo della narrativa erotica in formato digitale si è detto tanto – viene meno l'imbarazzo del dover far sapere al libraio o all’edicolante cosa si legge, si ha una più ampia possibilità di scegliere la tipologia di storia che stuzzica maggiormente le fantasie del momento, costa poco o niente, si incontrano (alla rassicurante distanza dello schermo del pc) altre persone con gusti simili, si interagisce con gli autori per correggere il tiro della narrazione e si scrive un po’ insieme – e ancora tanto si potrebbe dire. Harlequin questi fenomeni li ha registrati e ben incamerati e oggi controbatte cambiando del tutto registro e mettendo a disposizione delle sue esigenti lettrici una piattaforma modellata per rispondere alla loro voglia di storie.
«The Chatsfield» è un hotel virtuale, un luogo dove le avventure più diverse si intrecciano fra loro e incontrano le lettrici per generarne altre, insomma si tratta di un «contenitore» di contenuti che si regge grazie ad alcuni fondamentali espedienti narrativi. C’è un albergo di lusso (il Chatsfield, appunto), c’è una protagonista (l’impiegata Jessie Loe), c’è un barista (immancabile) dal misterioso passato e c’è un cliente fisso, che al Chatsfield ha deciso di vivere e di cui nulla si sa. L’ospite principale è la lettrice che, e questo è dichiarato fin da subito, viene accolta in un mondo di «stile, spettacolo e scandalo…» nel quale viene catturata fin da subito, invitata dai diversi personaggi ad interagire con loro.
Attorno al malizioso e accattivante mondo del Chatsfield ruota tutta una serie di storie che potenzialmente potrebbe non avere fine: ogni ospite vive le sue avventure su di uno sfondo coerente e ricorrente. Attraverso i social network i personaggi dei libri dialogheranno con le lettrici e si trasformeranno, modellati dalla relazione che intrattengono con il pubblico.
Se questa formula salverà gli introiti del leader della letteratura per signore solo il tempo potrà dircelo… nel frattempo Daniel Northman, il misterioso barman del Chatsfield, continuerà ad offrirci, tutte le settimane, un nuovo cocktail con cui trastullare la nostra fantasia e sopire i nostri dubbi sul futuro del romanzo rosa.
Per sapere con quale goduriosa bevanda vi sollazzerà oggi non vi resta che scrivergli: l’indirizzo è daniel.northman@thechatsfield.com