Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Editori

Editori, attenzione ai book club!

di E. Vergine notizia del 28 gennaio 2014

Spesso l’Europa guarda l’America come il bacino da cui provengono le innovazioni e le sperimentazioni tecnologiche più all’avanguardia, anche per quanto riguarda l’editoria. Self-publishing, applicazioni, piattaforme di lettura di e-book in abbonamento, start-up: gli occhi del vecchio continente sono puntati verso ovest, nella speranza di essere i primi a scorgere il segnale che indichi quale strada percorrere, quale idea importare.
Eppure c’è un fenomeno che negli USA ha preso piede già da molto tempo, e che nel Nord Europa sta diffondendosi a macchia d’olio, su cui gli editori italiani cominciano solo in questi anni ad investire risorse: i book club, bacini di lettori forti, ricchi di potenzialità e che nelle possibilità offerte dal digitale trovano nuova linfa.
Ma da chi sono composti, mediamente, questi gruppi di lettura? In Italia, come nel resto del mondo, le donne leggono di più degli uomini (si veda il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2013), non stupisce quindi che i club del libro siano a maggioranza femminile.
Del resto è stata proprio una donna a portare il fenomeno dei book club fuori dai salotti per trasformarli in un fenomeno di massa. Stiamo naturalmente parlando di Oprah che, dopo la chiusura del suo fortunato show televisivo – trasmissione durata quindici anni e che ha raccomandato 70 libri a milioni di americani producendo un clamoroso effetto sulle vendite – nel 2012 annunciava la nascita dell’Oprah Book Club 2.0 (ne parlavamo in Club 2.0).
Il Book Club di Oprah oggi è nel pieno della sua attività e, pur non avvalendosi più della sua storica trasmissione televisiva, può contare sul suo canale personale Own, sulla rivista «O Magazine» e sul Web dove riesce a ricreare, grazie all’uso dei social network, lo stesso entusiasmo attorno ad i libri da lei consigliati con l’aggiunta di un rapporto più che mai interattivo con i suoi followers.
Naturalmente, sebbene il caso di Oprah rimanga il più noto e quello dalla portata più vasta sia per quanto riguarda il numero di seguaci sia per l’effetto che ogni consiglio della «signora dei libri» ha sulle vendite di ciascun titolo, non significa che le altre realtà siano meno importanti in termini di interesse per gli editori.
I book club sono ritrovi di lettori forti che, attraverso lo scambio di pareri e recensioni, diffondono alcuni titoli presso una cerchia di potenziali «evangelisti» della lettura. E mentre in Italia proseguono e si consolidano i primi esperimenti (si veda Lettura Trendy di Marianna Albini, «GdL», giugno, 2013), all’estero vanno delineandosi due diverse posizioni riguardo la letture e i club del libro.
Da un lato Edward Nawotka (editor in chief di «Publishing Perspectives» e di cui ospitiamo una rubrica sul nostro mensile) ha recentemente scritto un articolo riguardo la lettura e i book club al maschile che a suo avviso non sarebbero presi abbastanza sul serio dagli editori americani, più orientati verso la conquista del pubblico femminile.
Dall’altro c’è l’autrice Joanna Walsh che, sul «Guardian», ha lanciato un invito a prendere in considerazione il fatto che, nonostante le donne leggono più degli uomini, i libri pubblicati sono per la maggior parte scritti da uomini. Dunque, per invertire la tendenza, il quotidiano inglese ha lanciato la campagna Dichiariamo il 2014 l’anno della lettura femminile (Year of Reading Women) mentre Joanna Walsh ha lanciato su Twitter #readwomen2014 per scambiarsi consigli di lettura in merito a bei libri scritti da donne.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.