Difesa del diritto d’autore e sostegno alla domanda di lettura dei cittadini europei, politiche per incoraggiare l’innovazione del settore, politiche per la sostenibilità: la Federazione degli Editori Europei presenta il suo Manifesto per le elezioni europee di giugno 2024. L’industria del libro – ricorda l’Associazione – con un fatturato netto nel Continente di 23,9 miliardi nel 2022 ha dimostrato di sapere resistere alla crisi del Covid e, negli ultimi vent’anni, la crescita del prezzo medio dei nuovi libri si è sempre mantenuta al di sotto dell’inflazione: «Nonostante la crescita dei costi che gli editori fronteggiano nel loro lavoro quotidiano, il libro rimane un bene culturale accessibile», spiegano gli editori. Adesso servono però politiche di sostegno perché «la più grande industria culturale europea possa continuare a pubblicare liberamente un vasto numero di titoli, garantendo la libertà di espressione, la pluralità delle opinioni e i nostri valori democratici».
Al primo punto, accanto alla ribadita centralità del diritto d’autore, c’è la richiesta di politiche di sostegno alla domanda, attraverso i voucher culturali, specie per i più giovani. Ma compare anche la richiesta di fondi, a livello europeo e nazionale, per rafforzare la traduzione e quindi lo scambio tra i diversi Paesi. FEP ricorda, infine, il ruolo del libro per la protezione del diritto alla libertà d’espressione e la lotta alla disinformazione e la necessità di continuare a proteggere il settore librario ucraino.
Sul fronte dell’innovazione, la richiesta è di supportare le tecnologie per l’accessibilità del libro anche a persone con difetti visivi. Nel digitale, sono necessarie politiche che facilitino l’interoperabilità tra device e formati di lettura degli e-book e viene infine ricordato l’impegno in seno al W3C per la creazione di standard per la riserva di diritti nel campo del text and data mining. Il tema è strettamente collegato alle intelligenze artificiali e, infatti, viene ribadita l’importanza della trasparenza dei dataset utilizzati per l’allenamento degli algoritmi.
Sul fronte della sostenibilità, vengono chiesti «incentivi finanziari» a sostegno della ricerca e collaborazione tra tutti gli attori della filiera per ridurre l’impronta ecologica, soprattutto nel consumo di materie prime, energia, logistica. Ma sostenibilità vuol dire anche attenzione alle librerie indipendenti in un mercato dove sono presenti anche i giganti del commercio online e che si deve mantenere equo per tutti gli operatori, grandi e piccoli. «Cruciale è poi il monitoraggio sull’effettiva implementazione del Digital Markets Act» rispetto agli obblighi a cui devono sottostare le grandi piattaforme, ricorda FEP. Viene poi ricordato il ruolo delle fiere come motori di scambio tra Paesi e promozione della lettura, quello delle biblioteche che devono «affiancare» le librerie e non sostituirle, la necessità di formazione continua per chi lavora nel settore. Ultima questione, ma non per importanza, l’IVA sui libri: «Dovrebbe essere zero, per sostenere l’economia dell’informazione, incoraggiare la lettura e promuovere l’apprendimento continuo».