
Quando il marketing si fonde con l’editoria, quando le logiche commerciali prevalgono sulle opinioni di critici e recensori le regole cambiano. E può succedere di tutto. Perfino che un autore esordiente e sconosciuto arrivi in vetta alle
classifiche dei libri più venduti del «Wall Street Journal».
Il prezzo da pagare non è di faustiana memoria:
basta infatti
un investimento di 55.000 dollari. Per gli altri «Nessuno» che ambissero invece a piazzare la propria opera tra i best seller del «New York Times» la cifra da accumulare è un po’ più alta (siamo attorno ai 230.000 dollari). Investimenti importanti che però, nelle mani giuste, garantiscono un sicuro risultato. La fata madrina degli scrittori in cerca di fama è una
società di marketing di San Diego, il cui nome è tutto un programma:
ResultSource.
La formula magica che trasforma autori sconosciuti in veri e propri casi editoriale è semplice come un «abracadabra»: ResultSource sottoscrive un contratto in cui si impegna, in cambio delle cifre di cui sopra, ad
acquistare migliaia di copie del libro dell’esordiente ancora prima della loro pubblicazione. Così facendo attiva un boom di vendite che piazza il
titolo ai primi posti delle classifiche dei più venduti, dove rimane almeno per qualche settimana prima di scomparire nuovamente nel dimenticatoio.
L’operazione è costosa ma funziona: incrementa in maniera esponenziale della visibilità dell’autore, permettendogli di
ricevere qualche recensione importante e magari di essere invitato a presentazioni e conferenze. L’esempio più noto è quello di
Soren Kaplan, autore di
Leapfrogging, che la scorsa estate era ai primi posti della classifica del «Wall Street Journal», permettendogli così di diventare in breve tempo un nome accreditato in ambito economico. Lo stesso è avvenuto per
Networking is Dead, di Melissa Wilson e Larry Mohl. Anche per questo secondo caso, le rilevazioni di Nielsen BookScan sull’andamento delle vendite avevano evidenziato il classico iter made in ResultSource.
L’agenzia di ricerca sta prendendo provvedimenti affinché tali metodi di manipolazione del mercato non diventino la regola mentre, da parte loro editori, recensori e rivenditori hanno già preso le distanze da ResultSource e
Amazon ha reso noto che non farà più affari con la società di marketing.
Perché però gli autori non si affidano più al loro editore per la promozione dei loro titoli? Perché preferiscono investire del denaro in una realtà che di editoriale non ha proprio nulla? Si sta aprendo l’ennesima falla nella filiera tradizionale del libro? Eppure non tutti sono d’accordo nel condannare i metodi della ResultSource. La casa editrice
John Wiley & Sons Inc. ha mostrato di apprezzare il lavoro della società di marketing e ha definito la sua, un’ottima strategia.