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Editori

Bertelsmann crea il più grande gruppo tipografico al mondo

di Camilla Pelizzoli notizia del 10 novembre 2015

Bertelsmann AG, uno dei più grandi gruppi editoriali del mondo, ha annunciato a inizio mese l’intenzione di riunire sotto un unico «ombrello» tutte le proprie attività di stampa creando così, di fatto, il più grande gruppo tipografico al mondo. Il Bertelsmann Printing Group accorperà Mohn Media, GGP Media e Vogel Druck (che facevano parte dei servizi gestiti da Arvato, la divisione apposita all’interno del gruppo principale), oltre agli stabilimenti statunitensi che si dedicano alla stampa offset e digitale e a Prinovis, che si occupa della stampa rotocalco (entrambe realtà che facevano parte di BePrinters, la divisione interna che già era dedicata alla stampa).
Il risultato è un’enorme realtà adatta alla mole di contenuti che il gruppo produce ogni giorno: basti considerare che Bertelsmann, oltre a possedere Penguin Random House – quinto gruppo editoriale al mondo per introiti, prima considerando solo la varia – è anche molto attiva nell’ambito delle riviste e dei quotidiani, con il gruppo Gruner + Jahr. Andando ad aggiungere anche il materiale stampato per conto terzi, la holding lavora con 1.6 milioni di tonnellate di carta all’anno: una (neanche tanto piccola) foresta ricoperta d’inchiostro.
Questa nuova realtà, attiva ufficialmente dal 1 gennaio 2016, avrà entrate stimate per 1.7 miliardi di euro e impiegherà più di 9 mila dipendenti (una goccia nel mare dei 112 mila lavoratori che fanno parte della holding). L’amministratore delegato e presidente Thomas Rabe parla di questo come di una pietra miliare nello sviluppo del gruppo, che procede così ad affinare il proprio core, la propria essenza, rendendo il Bertelsmann Printing Group il più all’avanguardia e, allo stesso tempo, permettendo ad altre realtà interne (soprattutto Arvato) di concentrarsi maggiormente sulle proprie attività precipue (nel caso citato, in particolare, la gestione delle relazioni con i clienti e la gestione della configurazione dei software).
Sicuramente si tratta di un passo avanti importante, per la holding, nell'assorbire al proprio interno tutti i passaggi della filiera editoriale. Una strategia già avviata, con diversi gradi di successo, da altre realtà (anche italiane); un modo per minimizzare al massimo le spese ed espandersi sul mercato con rinnovata forza.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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