È Bui Chat, fondatore della casa editrice vietnamita Giay Vun e strenuo difensore della libertà di stampa, il vincitore del premio Freedom to Publish 2011 assegnato ogni anno a partire dal 2005 dall’Ipa, International publisher association, a coloro che maggiormente si sono adoperati nella difesa del diritto di stampa.
Un premio che però pesa come un macigno in un paese che considera una minaccia la libera pubblicazione e che, all’indomani della consegna del premio, avvenuta il 25 aprile scorso a Buenos Aires, ha provveduto all’arresto dell’editore appena tornato in patria e al sequestro del premio.
Secondo le segnalazioni ricevute dall’Ipa, che si sta adoperando per il rilascio, la casa di Bui Chat sarebbe stata perquisita e l’editore preso in custodia e detenuto in un luogo ignoto alla stessa famiglia. Ora Chat, secondo la legge vietnamita, potrebbe dover affrontare fino a 9 mesi di detenzione preventiva prima che venga adottata una disposizione ufficiale nei suoi confronti.
Bjorn Smith-Simonsen, responsabile del premio, ha denunciato la grave violazione dei diritti umani di cui è oggetto l’editore vietnamita e chiede l’immediato rilascio di Chan che, con la sua scelta di pubblicare i poeti dissidenti scavalcando la censura imposta dal governo, ha contribuito fattivamente alla nascita di altre case editrici libere e indipendenti nelle loro scelte editoriali.