Sono un milione i lettori italiani che negli ultimi dodici mesi hanno acquistato almeno un libro attraverso i siti delle case editrici: una cifra raddoppiata rispetto ai dati di maggio 2020 e quadruplicata rispetto a marzo.
«Nella rivoluzione della distribuzione e dell’acquisto di libri seguita ai mesi di lockdown non c’è spazio solo per le grandi librerie online: l’e-commerce è una realtà che si è imposta a tutti i livelli» ha spiegato il responsabile dell’Ufficio studi AIE Giovanni Peresson.
Del tema si è discusso oggi a Più libri più liberi durante l’incontro I nuovi volti dell’e-commerce, al quale – moderati da Cristina Mussinelli (AIE) – sono intervenuti Marco Malandra (Raffaello Cortina), Enrico Quaglia (NW Libri da asporto), Michele Riva (Roi edizioni), Enrico Turrin (Federation of European Publishers).
Secondo i dati raccolti da Pepe Research, riferiti a settembre 2021 e rielaborati
dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (
qui la ricerca), negli ultimi 12 mesi il 39% dei lettori dichiara di aver acquistato un libro su Amazon, il 7% su IBS.it/laFeltrinelli, il 5% in altre librerie online,
il 4% direttamente sui siti delle case editrici. La progressione degli acquisti sui siti delle case editrici, pur su percentuali ancora piccole, è evidente e costante rispetto all’1% di marzo 2020, il 2% di maggio 2020, il 3% di ottobre 2020.
«Chi compra online non è un cliente fedele» osserva Mussinelli: 8 lettori su 10 si rivolgono infatti a tutte le soluzioni d’acquisto, contro i 3 che si servono esclusivamente dall’e-commerce. «Ma quello che più ci ha colpiti è la crescita della quota di chi ha deciso di comprare i libri sui siti delle case editrici, restituendoci il segnale che qualcosa, nell’ultimo anno e mezzo, è effettivamente cambiato».
E il cambiamento, in effetti, non ha schivato l’organizzazione del lavoro in casa editrice: emerge bene dalle parole di Malandra che riporta l’esperienza di Raffaello Cortina Editore. «Da editori universitari, nella prima tornata pandemica il nostro prodotto è esploso: le università erano aperte e quindi non avevamo un problema di domanda. Abbiamo però dovuto essere agili: il nostro canale privilegiato è e continua a essere la libreria, il nostro sito non è il nostro canale di vendita, ma nei mesi del lockdown per forza di cose lo è diventato, non senza delle difficoltà». La pandemia, continua Malandra, ha dato a Cortina l’occasione di migliorare alcuni processi – come la gestione del magazzino – ma parallelamente ha imposto la ricerca di nuovi canali distributivi, che sostituissero quelli preclusi da confinamento e limitazioni sanitare: in primo luogo le vendite legate agli eventi fisici, i tradizionali «banchetti». In questo senso per Cortina ha funzionato bene instaurare una partnership con un portale dedicato alla formazione e all’aggiornamento professionale: l’editore fornisce i libri e la logistica, la piattaforma apre il contatto con l’acquirente.
Un’esperienza in parte affine è quella raccontata da Michele Riva di Roi edizioni, il marchio editoriale del gruppo omonimo che si occupa dell’organizzazione di grandi eventi professionali. «La pandemia ha creato a noi un problema ancor più forte – racconta Riva – perché il primo lockdown, oltre a chiudere le librerie, ha sospeso anche gli eventi. E Amazon, che pure rappresenta per noi un canale di vendita importante, ha privilegiato l’acquisto dei generi di prima necessità rallentando le consegne del resto». A differenza di Cortina, però, Roi edizioni ha puntato proprio sulla costruzione di un e-commerce proprietario, che potesse ottimizzare e arricchire l’esperienza d’acquisto. «Abbiamo lavoro sul contenuto con playlist tematiche di titoli, estratti di libri, blog, rubriche e schede prodotto esaustive», integrando la vendita con quella pluralità di valori accessori spesso appiattiti dall’esperienza dell’e-commerce tradizionale.
La crescita dimensionale dell’acquisto di libri online si inscrive sicuramente all’interno della maggiore familiarità che gli italiani hanno acquisito nei mesi di pandemia con l’e-commerce: sono infatti 2,7 milioni le persone che hanno iniziato ad acquistare in rete e che prima non lo facevano, pari all’11% dei lettori. Oggi, così, il 55% dei lettori ha familiarità con gli acquisti in rete e ne ha fatto almeno uno negli ultimi dodici mesi.
Ma a crescere sono anche altre forme di consumo che prescindono dalla visita al negozio fisico, come le consegne a domicilio da parte delle librerie che – dopo aver toccato un picco del 10% a maggio 2020, in pieno lockdown – sono diminuite fino al 3% di settembre 2021. «Non sappiamo se il futuro di Libri da asporto sarà roseo» ha commentato in proposito Enrico Quaglia. «Ma sappiamo che varie librerie stagionali, soprattutto quelle in posti di mare, hanno migliorato le loro vendite durante l’anno grazie al nostro servizio».
Libri da asporto nasceva nel pieno del primo lockdown per aiutare le librerie – allora chiuse per decreto – a continuare a fare il proprio lavoro e a raggiungere i propri lettori grazie al servizio a domicilio, rivolgendosi esclusivamente a quelle indipendenti non già operanti su una piattaforma online. Oggi al progetto aderiscono 400 librerie, mentre sono 280 gli editori che lo sponsorizzano consentendo alla piattaforma costi di consegna accessibili. «Ma non siamo un e-commerce – sottolinea Quaglia – piuttosto un facilitatore che valorizza la libreria sul territorio e la professionalità dei librai». D’altronde le librerie indipendenti – lo conferma Enrico Turrin dal suo osservatorio europeo – «se la sono cavata meglio delle altre nell’affrontare la pandemia, grazie anche al supporto di quei lettori e di quei clienti che hanno deciso di sostenerle».
Anche in Europa, comunque, le vendite online hanno aiutato in maniera decisiva a preservare il mercato del libro dagli effetti nefasti della pandemia, riducendo a un contenutissimo -1% il calo complessivo del mercato del libro. Certo, precisa Turrin, «il panorama che si nasconde dietro questo dato è molto variegato, sia da un punto di vista geografico che di canali e segmenti». Per quanto riguarda l’e-commerce, i Paesi già dotati di una solida abitudine a questa modalità d’acquisto hanno tenuto meglio. Ma resta da capire quanta parte di quest’incremento di quota rimarrà e quanta verrà riassorbita. «La tendenza – conclude Turrin – è il modello di consumo misto o ibrido».
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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