La lunga serie di epurazioni e arresti iniziata in Turchia a seguito del fallito colpo di stato del 15 luglio scorso ha portato diverse associazioni internazionali di editori e di autori a criticare pubblicamente la stretta del presidente Erdoğan alle libertà di stampa e di espressione.
Il comunicato ufficiale dell’Associazione degli editori turchi (TPA) riporta i numeri di questo giro di vite: sono 29 le case editrici che hanno dovuto chiudere i battenti, insieme a 3 agenzie di stampa, 16 canali televisivi, 23 radio, 45 quotidiani e 15 riviste. Il decreto sullo stato di emergenza, pubblicato il 27 luglio, prevede che la proprietà di tutti i beni di queste aziende sia trasferita, senza possibilità di appello, al Tesoro turco. L’Associazione, che fa parte dell’IPA, auspica che «sia rispettato il principio, costituzionalmente garantito, di presunzione di innocenza e che siano evitate tutte le azioni che potrebbero minare la libertà di espressione e di pensiero, nonché il diritto alla libera informazione». L’Associazione degli editori canadesi si è unita alle critiche mosse dalla TPA e dall’IPA, ponendo in risalto le conseguenze negative che la chiusura di queste realtà può portare all’intero ecosistema editoriale turco.  Anche il PEN International Publishers Circle – un’Associazione che riunisce alcune importanti case editrici internazionali particolarmente attive nella promozione della libertà di espressione e della collaborazione tra i diversi attori del settore editoriale – ha fatto sentire la sua voce. Dieci rappresentanti di altrettante case editrici dell’Associazione, infatti, si sono dichiarati «profondamente preoccupati» dalla chiusura delle 29 case editrici turche e hanno firmato un appello per chiedere alla Turchia di porre fine a questi abusi di potere. I firmatari dell’appello sono Per Almgren della casa editrice svedese Natur & Kultur, Jonathan Beck della tedesca CH Beck, Markus Dohle di Penguin Random House, Tom Harald Jenssen della casa editrice norvegese Cappelen Damm, Jonathan Landgrebe della tedesca Suhrkamp, Arnaud Nourry e Ronald Blunden di Hachette, Carolyn Reidy di Simon & Schuster, Håkan Rudels dell’inglese Bonnier Books, Iris Tupholme di HarperCollins Canada ed Eric Visser di World Editions/De Geus.
La più antica Associazione di autori statunitense, l’Authors Guild, ha chiesto ai suoi membri di aiutarla nel diffondere la campagna di solidarietà guidata dalla Federazione internazionale dei giornalisti, a cui ha aderito anche la Federazione nazionale della stampa italiana. La campagna invita i soci e i partner delle associazioni dei giornalisti a scrivere una lettera di protesta all’ambasciata turca del proprio Paese, ad aderire alla campagna di Amnesty International Turkey: rights hard-won cannot be taken away e a utilizzare sui social l’hasthag #JournalismIsNotACrime.
Intanto continua a crescere il numero di giornalisti arrestati: si parla complessivamente di 102 persone in arresto o custodia in carcere, tra cui Asli Erdoğan, la scrittrice, editorialista del giornale filo-curdo Ozgur Gundem accusata di legami con il partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), considerato un’«organizzazione terroristica» dal governo di Ankara. Una stretta che non riguarda solo il mondo dell'informazione ma tutti gli aspetti del vivere civile: a oggi sono state chiuse 934 scuole, 15 università, 104 fondazioni, 35 istituzioni sanitarie, 1.125 associazioni, 19 sindacati, oltre all’epurazione di migliaia di soldati, giudici, pubblici ministeri e agenti di polizia.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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