Dalla Toscana a Milano il passo è breve se in mezzo c’è la tua passione che è anche la tua vita: la radio. La Rai prima, Radio Capital poi. In mezzo, tante parole e tanta musica. Parlare sembra la cosa più facile del mondo, ma è in realtà una scienza complessa. Fatta di precisione, tempismo, ritmo, curiosità e voglia di migliorarsi sempre.
Betty Senatore è una speaker molto amata dal mondo dei lettori:
ha riunito le sue passioni per i libri e la radio sia in molti programmi dedicati alla letteratura sia come conduttrice della
web radio RadioLibri. Abbiamo chiacchierato con lei del suo lavoro, di scrittura, di nuove frontiere del genere giallo, ma anche delle sue abitudini in quanto lettrice.
Cominciamo da un grande classico che torna prepotente in questo periodo dell’anno. Autunno, primi freddi e pioggia. Betty Senatore che fa? Resta a casa con un buon libro o con la radio accesa?
Allora devo dirti che io la radio la lascio accesa sempre, 365 giorni l’anno a prescindere dalle stagioni e dal meteo. Per quanto riguarda i libri invece, vario a seconda della stagione: in autunno e inverno si esce meno e l’occasione è ghiotta per dedicarsi con calma alla lettura.
Ci sono delle analogie tra leggere un libro e ascoltare la radio? E, ponendoti la domanda in maniera attiva, tra lo scrivere e il parlare?
Sembra facile, ma è una domanda molto complessa quella che mi stai facendo. La radio, per come viene fatta oggi, è molto sintetica e veloce. Forse qui l’analogia sta nell’intercettare – così nel libro come nella radio – una linea narrativa, uno storytelling. Con la differenza che leggendo un libro si ha la possibilità di dilungarsi ed entrare in profondità.
Mentre in radio?
La radio potremmo dire che è un racconto breve. Qui le cose avvengono in maniera diversa. Si utilizzando le parole giuste che permettono di identificare al meglio un’emozione e di raccontare in maniera pertinente – ma rapida – qualcosa.
E per quanto riguarda la scrittura?
Quando si scrive sicuramente si ha la possibilità di utilizzare la lingua in maniera diversa. Se ci sono delle parole che messe insieme hanno un suono strano o cacofonico, nella lingua parlata è meglio non usarle, mentre nello scritto non danno fastidio. Fermo restando che io quando scrivo qualcosa, ormai per deformazione, rileggo tutto e se trovo dei suoni che non mi tornano cambio comunque qualcosa.
Betty Senatore durante Deejay For Books, la campagna social per promuovere i libri e la lettura attraverso gli speaker radiofonici.
Come si racconta un libro in radio?
Io uso questo metodo quando devo parlare di un libro in trasmissione. Lo leggo tutto, ma mi fermo dieci pagine prima. Sono una che tende a spoilerare e così evito di fare gaffe e di rovinare la lettura agli ascoltatori.
Recentemente mi sto dedicando anche agli incipit, leggendoli in radio. Perché secondo me se un libro inizia bene e ti prende subito, allora poi va dritto al cuore. Se c’è una carta vincente questa sta nelle prime pagine. Teoria questa che secondo me funziona anche coi dischi… Ma quando lo dico ai musicisti si arrabbiano!
Cosa leggi di solito?
Alterno i temi e alterno libri importanti con libri più leggeri. Ultimamente ho difficoltà a trovare libri che mi facciano sorridere. Recentemente, causa un trasloco a Milano, mi hanno regalato Venere in metrò di Giuseppe Culicchia. In quelle pagine ci sono delle belle scene di milanesità. Da quel libro sono andata a ritroso e sto scoprendo anche gli altri suoi titoli. Mi piace Marco Malvaldi che è toscano come me e la sua saga del BarLume. A breve conto di iniziare Middle England di Jonathan Coe.
Sei una che va spesso in libreria o preferisci ricevere tutto comodamente a casa in un paio di giorni lavorativi?
Non compro libri fisici online perché sono impaziente e non ce la faccio ad aspettare l’arrivo del corriere. L’unica eccezione la faccio per i manuali che mi servono per lavoro. Devo dire che però acquisto tantissimi e-book. Mi sono convertita subito a questa fruizione della lettura. La trovo comoda e non mi dà fastidio. Posso portarmi dietro tanti libri e decidere in base allo stato d’animo cosa leggere. Inoltre se voglio qualcosa in particolare posso recuperarla in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo mi trovi.
Ti hanno mai proposto di scrivere un libro?
Un libro l’ho scritto, in realtà: Di necessità menù. Si tratta di un libro scritto a sei mani con lo chef Sergio Maria Teutonico e Silvia Mobili. Lo chef aveva una rubrica all’interno di «Ladies and Capital» che ho condotto per molti anni con Silvia. Da lì è nata l’idea del libro. Lui ci metteva le ricette e noi raccontavamo delle storie tra una descrizione di un piatto e l’altra. In ogni caso credo che il mio lavoro sia parlare, e quindi lascio volentieri la parola scritta a chi lo sa fare bene.
Ma se proprio ti chiedessero di farlo, cosa ti piacerebbe raccontare?
Sarebbero dei matti, ma credo che scriverei la storia del mio gatto che guardando dalla finestra - curioso e pigro - risolve un giallo. Un commissario Maigret a quattro zampe e con la coda.
Giornalista. Scrive per il web, la carta stampata, parla in radio e collabora con il Tg di una televisione locale romana. Si occupa prevalentemente di cultura, cronaca, sport e nuove tecnologie. Per Tempo di libri cura i contenuti del Bar Sport, un luogo dove si raccontano storie e l'editoria si fonde con la narrazione sportiva.
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