
A che età invecchia il nostro cervello? Una volta si pensava che il decadimento delle cellule cerebrali cominciasse attorno ai trent’anni, ma «una delle maggiori novità scientifiche degli ultimi anni è che il nostro cervello non invecchia. O, meglio, può non invecchiare mai. – scrive Umberto Veronesi su «
La Stampa» – Abbiamo scoperto che esistono delle cellule staminali cerebrali in grado di rigenerare i neuroni perduti, rendendo il cervello plastico e potenzialmente rinnovabile per tutta la vita. Questo significa che,
anatomicamente, non esiste un decadimento cerebrale, salvo in presenza di malattie specifiche; anzi,
con il tempo aumentano le sinapsi, le strutture che permettono i collegamenti fra neuroni e, quindi, negli anni si può perdere la memoria, ma la capacità logica e creativa rimane e continua a svilupparsi».
Questa è un’ottima notizia per chi di noi ha – da anni – un romanzo nel cassetto che continua a rileggere e correggere come un moderno
Manzoni. Del resto il padre del romanzo italiano cominciò a scrivere il
Fermo e Lucia all’età di 36 anni mentre la terza e ultima redazione dei
Promessi Sposi, la cosiddetta Quarantana, venne ultimata dall’autore superata la cinquantina.
Negli
over 50 della letteratura rientra anche Mario Puzo, che pubblicò Il padrino all’età di cinquant’anni, mentre CS Lewis pubblicò
Il leone, la strega e l’armadio a 56 anni compiuti.
Molto numerosi sono anche gli scrittori che hanno pubblicato il loro più noto bestseller tra i 40 e i 50. JRR Tolkien aveva 46 anni quando pubblicò
Lo Hobbit, stessa età di Fyodor Dostoyevsky all’uscita di
Delitto e castigo e di Frank Herbert quando venne dato alle stampe il suo
Dune. Tolstoy ne aveva 42 quando uscì
Guerra e pace, George Orwell ne aveva 43 quando uscì
La fattoria degli animali.
Il codice Da Vinci di
Dan Brown uscì nel quarantesimo anno di vita dell’autore, Ken Follet aveva 41 anni quando
I pilastri della terra venne dato alle stampe, la stessa età di Gabriel García Márquez quando pubblicò
Cent’anni di solitudine e di James Joyce quando pubblicò l’
Ulisse.
Naturalmente sono molti anche gli scrittori che hanno invece raggiunto il loro picco
dai 30 anni in su:
Jane Austen e Aldous Huxley avevano 39 anni alla pubblicazione rispettivamente di
Orgoglio e pregiudizio e de
Il mondo nuovo, Louisa May Alcott ne aveva 37 quando uscì
Piccole donne, mentre
Terry Pratchett inaugurò il ciclo del Mondo Disco con
Il colore della magia all’età di 36 anni, proprio come l’americano John Steinbeck all’uscita di
Uomini e topi.
Robert Louis Stevenson diede alle stampe
L’Isola del tesoro a soli 34 anni, ma
JK Rowling e
Stephenie Meyer furono di un anno più precoci pubblicando rispettivamente
Harry Potter e la pietra filosofale e
Twilight all’età di 33 anni.
Il re dell’horror, Stephen King, è un caso particolare perché sebbene
Carrie, il suo libro d’esordio e il suo primo successo, uscì nel 28esimo anno di vita dell’autore, egli si dilettava di scrittura già da tempo e, durante l’università, scrisse una serie di racconti del terrore che in seguito vennero raccolti nella sua prima antologia. Anche Charles Dickens cominciò a pubblicare presto: a 26 anni uscì la sua prima prova ma la notorietà arrivò con
Il canto di Natale a 32 anni.
Francis Scott Fitzgerald pubblicò il suo primo romanzo,
Di qua dal Paradiso, a soli 25 anni, ma
Il grande Gatsby, il suo bestseller, uscì quando lui aveva 30 anni. Piuttosto precoce anche Douglas Adams la cui
Guida galattica per autostoppisti approdò nelle librerie nel 28esimo anno di vita dell’autore, per non parlare di
Jack Kerouac che a 21 anni scriveva già e che diede alle stampe il suo capolavoro,
Sulla strada, a soli 26 anni.
La storia della letteratura non manca nemmeno di
bambini prodigio, il giovane Giacomo Leopardi ad esempio, a 12 anni scriveva già le sue prime opere e del resto non si godette un’infanzia particolarmente felice. Insomma, la scienza, la storia della letteratura e perfino il buonsenso ci rasserenano sul fatto che
non dobbiamo avere fretta di pubblicare il nostro capolavoro nel cassetto, tanto più che nel frattempo possiamo goderci la lettura delle opere dei grandi maestri passati e presenti.