Da Esopo in avanti, la tradizione fiabistica di tutto il mondo ha sempre messo animali al centro delle storie raccontate ai bambini. Proprio per bocca di animali dai tratti antropomorfici per secoli abbiamo trasmesso insegnamenti ed educazione, affidando a una morale finale un buon esempio di comportamento.
Un recente
studio canadese, però, mette in dubbio questa convinzione millenaria: i bambini sarebbero più sensibili alle storie in cui i personaggi sono umani e non animali. La ricerca, promossa dall’Istituto di studi pedagogici dell’Ontario dell’Università di Toronto (OISE), è stata condotta proponendo a
un campione di circa 100 bambini tra i quattro e i sei anni la stessa storia (
Little Raccoon Learns to Share di Mary Packard) ma in due versioni diverse. A una parte del campione è stato fatto leggere il libro originale, nel quale protagonista è un procione, e alla restante un adattamento della storia in cui le illustrazioni degli animali sono state sostituite con immagini di umani.
Obiettivo della ricerca è quello di vedere se sussistono differenze nell’acquisizione dell’insegnamento veicolato dalla storia, che riguardava l’importanza della condivisione. Prima della lettura, infatti, ai bambini sono stati regalati 10 adesivi, dando loro la possibilità di offrirne qualcuno a un bambino che sarebbe, altrimenti, rimasto senza. Anche dopo la lettura è stato ripetuto l’esperimento, regalando altri 10 adesivi, con lo scopo di notare un eventuale cambiamento nel bambino, incoraggiato dalla storia appena letta.
Lo studio ha dimostrato che i bambini che avevano letto il libro con protagonisti umani tendevano a diventare più generosi, regalando i 10 adesivi dopo la lettura. Al contrario, nei bambini che avevano letto la storia originale, con illustrazioni di animali, non si è mostrata una differenza rispetto a prima della lettura. I risultati vanno confrontati con una serie di studi precedenti che sembrano confermare che i bambini tendono ad assorbire più facilmente un insegnamento inserito all'interno di un’ambientazione realistica rispetto a una fantasy.
L’opinione diffusa che un personaggio animale possa rendere più attrattiva la lettura per un bambino ha favorito la proliferazione di libri di questa tipologia: nel 2002, su un campione di più di mille titoli per l’infanzia, più della metà avevano come protagonisti degli animali, sempre proposti con caratteristiche antropomorfe. I ricercatori hanno pubblicato questi risultati anche nella speranza di incentivare un tipo diverso di letteratura per bambini, data l’importanza che la scelta di mettere al centro della storia un umano potrebbe avere nel processo educativo dei più piccoli, aiutando il meccanismo d’identificazione.
Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.
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