Il 90% della Generazione Z – quella dei nati tra la seconda metà degli anni Novanta e la fine degli anni Duemila – paga per i contenuti mediali dei quali fruisce. Una tendenza che, se in questa fascia d’età assume particolare consistenza, è comunque in crescita anche globalmente.
A evidenziarlo sono gli esiti di
uno studio condotto da
VICE Media in collaborazione con l’agenzia canadese Ontario Creates, che indaga le modalità attraverso le quali i Post-Millennial scoprono, consumano, si procurano e condividono
il loro fabbisogno d’intrattenimento e di informazione, di cinema, televisione, arte, giochi, musica, lettura digitale.
È un segmento di pubblico importante, sottolinea il rapporto, perché è anche la generazione di chi oggi sta completando i percorsi formativi per poi entrare nel «mondo vero», incrementando progressivamente la portata del proprio ruolo come decisore d’acquisto, per sé e magari anche per chi lo circonda.
La motivazione principale che spinge la Generazione Z a consumare contenuti a vario titolo «creativi» è la ricerca d’intrattenimento. La loro preferenza tende a rivolgersi ai contenuti culturali originali, innovativi, alle narrazioni «nuove» tanto da un punto di vista tematico quanto di linguaggio e di canale.
I Post-Millennial desiderano esplorare la grande varietà di voci e punti di vista abilitati da un panorama dell’intrattenimento sempre più globale. Nei contenuti che scelgono privilegiano la rappresentazione della diversity, sia rispetto ai personaggi che ai contesti, al portato personale e a quello socio-culturale.
Essendo «nativi digitali», sono abituati ad avere un rapido accesso a una grande quantità di informazioni da tutto il mondo. Questo li rende più aperti e meno legati alla territorialità di quanto fruiscono. Per la Generazione Z è consueto accedere a contenuti provenienti da ogni dove e, anzi, prediligono la varietà geo-culturale all’interno del loro palinsesto di fruizione.
Considerazioni interessanti emergono anche dal confronto con i Millennial, che manifestano invece una maggiore inclinazione per i contenuti «locali», che collocano l’informazione e la conoscenza al di sopra dell’intrattenimento nella selezione dei driver che li orientano nella fruizione mediale e – nella scelta dei temi – tendono a privilegiare argomenti pratici: il cibo, la tecnologia, la salute.
Per quanto riguarda gli strumenti di scoperta, il
78% della Generazione Z utilizza i
social network per trovare contenuti culturali, sebbene i consigli di familiari e amici rimangano la fonte di scoperta più affidabile per loro. Sul fronte delle piattaforme,
l'88% elegge YouTube come social di riferimento (ma anche per i Millennial la percentuale è simile). Ciò che caratterizza i «cugini giovani» è la maggiore disponibilità (e probabilità ) ad aprirsi alla ricerca di contenuti su canali nuovi: primo tra tutti, l’ormai celebre
TikTok (che
anche in Italia guadagna il suo pubblico).
Uno dei risultati più interessanti dello studio – lo dicevamo in apertura – è la grande disponibilità a spendere soldi per accedere a contenuti digitali che la Generazione Z mostra. È il 90% dei giovani e dei giovanissimi a pagare regolarmente per app, servizi in abbonamento, piattaforme che garantiscono l’accesso a intrattenimento, informazione, musica, audiovideo. In media, ogni persona paga per quattro diversi servizi che offrono contenuti.
Altre cose per le quali la Generazione Z è disposta a pagare? Immediatezza nell’uso e personalizzazione dell’esperienza. E chissà che non siano queste le strade più immediate da percorrere per contrastare la pirateria. Archiviati i tempi delle frustranti, sfidanti e illegali ricerche sui siti Torrent, chissà che i più giovani non ci stiano mostrando proprio questo: se è facile, funziona e costa il giusto, perché non dovrei pagare?
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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