Kickstarter, la principale piattaforma di crowdfunding online dal 2009, ha raggiunto con la fine dell’anno scorso i 100 milioni di dollari raccolti a sostegno di progetti di ambito editoriale. Sotto questa ampia etichetta sono raccolti sia veri e propri libri (come il caso Good night stories for rebel girls), sia progetti più articolati come riviste, spesso di genere, oppure reportage come l’Out of Eden Walk, organizzato dal National Geographic.
Kickstarter nel corso degli anni ha visto aumentare in maniera esponenziale gli investimenti fatti nei progetti cui ha fatto da vetrina; il risultato raggiunto lo prova, e anche se il denaro raccolto nel 2016 è calato leggermente rispetto al 2015, la categoria dedicata ai progetti di «general publishing» ha comunque richiamato 20,5 milioni di dollari (1,5 milioni in meno rispetto all’anno precedente), sufficienti a far partire il 32,6% dei 5617 progetti proposti. Quelli dedicati al giornalismo e ai reportage hanno raccolto 1,9 milioni di dollari (dando vita al 17,5% dei progetti), e quelli dedicati ai comics hanno trovato particolare riscontro: il 58,7% (di 1087) ha avuto successo, raccogliendo 12,5 milioni di dollari.
Un aspetto particolarmente interessante, affrontato solo quest’anno, riguarda la ricaduta concreta dei progetti finanziati non solo per quanto riguarda l’effettiva possibilità di dare vita all’idea proposta, ma anche nel tessuto sociale che circonda chi ha proposto – e potuto attuare grazie a Kickstarter – il proprio piano d'azione. L’università della Pennsylvania, infatti, ha portato avanti uno studio sui «molti impatti dei finanziamenti mediante Kickstarter» (per citare il titolo della ricerca, organizzata e redatta da Ethan Mollick), andando a studiare gli effetti di un progetto di successo sulla vita di chi l’ha curato e sul mercato, mediante l’impatto economico diretto e la produzione di reddito a partire dall’investimento.
E innegabilmente si tratta di un impatto di grandi proporzioni. Per ogni dollaro dato a un progetto su Kickstarter, in media si è creato un reddito aggiuntivo di 2,46 dollari (con alcune differenze tra settori, per cui ad esempio le rendite sono più alte nel product design che nella produzione di film), per un totale di 3,4 miliardi; e si sono creati, dal 2009 a metà 2015, circa 5 mila posti di lavoro fissi (senza contare gli ideatori dei progetti; ma in una domanda successiva il 18,7% ha risposto che è diventata un lavoro fisso anche per loro), e più di 160 mila occupazioni temporanee, creando un effetto a cascata positivo anche per la comunità.
In particolare, per quanto riguarda i progetti editoriali e i comics, separate ai fini di questa ricerca, i «creators» hanno sottolineato che il progetto lì ha aiutati «molto» nel trovare poi un editore tradizionale (7,25% per i fumetti, 8,8% per i progetti editoriali), a essere notati dai distributori e dagli editori tradizionali (3,5% e 3,8% rispettivamente) e a riuscire a pagare i costi editoriali di produzione e di stampa (56% e 56,3%). Significativo notare come, nonostante l’indipendenza del progetto sia spesso uno dei motori che porta all’avvio di una campagna su Kickstarter, non manchino le occasioni perché il crowdfunding si incontri con l’editoria «tradizionale»: così progetti nati autonomamente trovano nuovi sbocchi attraverso i canali tradizionali, oppure danno vita essi stessi a case editrici e progetti editoriali complessi (si stima che circa 8.800 tra aziende e no profit siano nate a partire da progetti avviati su Kickstarter, e l’82% è ancora in attività; e di queste molte sono riviste, realtà editoriali variamente organizzate, e singoli progetti di case editrici tradizionali che, dopo una partenza finanziata su questa piattaforma, hanno trovato il modo di procedere da sé).
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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