«Una volta nacque un bambino di nome Coy. A Coy piacevano molto le gonne, il colore rosa e le scarpe con i brillantini. Voleva che i suoi genitori si rivolgessero a lui come a una bambina e non gli piacevano i vestiti da maschio e loro gli permisero di indossare quello che voleva». Inizia così la storia di Coy Mathis in Storie della buonanotte per bambine ribelli, il successo editoriale internazionale del 2017 scritto da Francesca Cavallo ed Elena Favilli e diventato il best seller italiano dell’anno con oltre 470 mila copie vendute.
Coy Mathis è una ragazzina transgender di 11 anni protagonista nel 2013 di una storica vittoria per i diritti civili negli Stati Uniti: la Colorado Civil Rights Division le ha consentito di usare il bagno delle bambine della sua scuola elementare a Fountain in Colorado. Questa decisione ha generato dibattiti con effetti a catena anche in altri Stati. In California, per esempio, dopo la sentenza è stata emanata una legge che consente agli studenti transgender di scegliere di poter utilizzare i bagni in cui si identificano e di far parte delle squadre sportive in cui si sentono più loro stessi.
La storia di Coy parla di coraggio, forza di volontà, accettazione di sé. Un esempio concreto dell’importanza di lottare per sostenere i diritti di tutti. E proprio per questo, in alcuni Paesi, può essere una vicenda scomoda da raccontare. È il caso della Russia, dove le 100 storie che compongono il successo firmato da Cavallo e Favilli sono diventate 99. E a mancare è proprio quella di Coy.
A denunciare questa mancanza è stata Liza Lazerson, blogger femminista e attivista per i diritti civili che vive a Mosca. «Quando ho visto l’edizione russa del libro mi sono accorta che c’erano solo 99 storie e una pagina vuota, non le 100 del titolo. Poi una follower mi ha mandato la foto della storia di Coy Mathis dall’edizione francese», ha raccontato Lazerson alla Thomas Reuters Foundation. La versione russa di Storie della buonanotte per bambine ribelli è pubblicata dalla casa editrice Bombora che si è giustificata dicendo che la storia è stata eliminata perché altrimenti il libro sarebbe stato censurato dal governo.
La cancellazione della storia è quindi legata alla legge del 2013 che ha vietato ogni forma di «propaganda gay» nel Paese. La legge, nata ufficialmente con lo scopo di «proteggere i bambini dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia», è diventata presto un mezzo molto efficace per rendere invisibili le persone lgbt in Russia, negando in ogni modo la promozione dei loro diritti. Una legge che ha portato anche all’aumento dei casi di violenza omofobica in tutto il Paese.
È triste pensare che la storia di una bambina di undici anni che ha avuto solo il coraggio di essere sé stessa possa fare – ancora – così tanta paura.
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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