Capita di sovente, alle autrici e agli autori che si occupano di narrativa fantasy, di dover inventare un linguaggio fantastico per dare voce ai personaggi e ai popoli dei regni immaginari contenuti nelle loro storie: dal «sindarin» del Signore degli Anelli, al «valyriano» del Trono di Spade o ancora il «klingon» di Star Trek, una lingua «esotica» alle orecchie dei lettori è uno strumento prezioso che può arricchire una storia ambientata in un mondo fantastico. Ebbene, come riportato da Il Post, la scrittrice statunitense Cassandra Clare ha deciso di non inventare una lingua nuova, bensì di utilizzare il dialetto veneziano.
L’autrice, nota per la serie di libri Shadowhunters – dalla quale è stata anche tratta una serie televisiva –, ha utilizzato il dialetto veneziano nel suo nuovo romanzo Lo scudo del principe, pubblicato da Mondadori a gennaio di quest’anno, tradotto da Roberta Maresca e Alessandra Roccato.
Clare ha riscosso molto successo tra i giovani lettori di narrativa fantasy di tutto il mondo e i suoi romanzi sono stati tradotti in varie lingue europee. La saga young adult Shadowhunters è stata ideata nel 2004 ma è tornata in auge recentemente tra la Gen Z, frequentatrice di TikTok (o meglio, BookTok): ambientata in una Manhattan fantasy, ha venduto più di 50 milioni di copie nel mondo, quasi 2 milioni in Italia.
Lo scudo del principe è il primo libro di una dilogia ed è pensato per un pubblico più adulto. Francesco Bravin si è occupato di tradurre dall’inglese al dialetto veneziano le frasi dei Sarthiani, popolo del regno di Sarthe che confina con quello di Castellane, luogo in cui è ambientato il romanzo.
Ecco di seguito un passaggio tratto dal libro, che è stato evidenziato sui social media e condiviso da vari utenti:
Luisa gli lanciò un’occhiata, sorrise, poi aggrottò le sopracciglia e disse speditamente in sarthiano: «Mì pensave che xéra el Prìnçipe, el ghe soméja tanto».
«Pensava che foste il Principe» tradusse Vienne. «Dice che gli assomigliate molto.»
Kel si rivolse a Luisa. «Cosin.»
Luisa gli fece un sorriso con i suoi denti radi. «Dove xéło el Prìnçipe? Xéło drìo a rivar a zogar con mì?»
Vienne recuperò la palla dalla fontana dove Luisa l’aveva fatta cadere. «Il Principe non può venire ora, cara, ha degli impegni. Ma sono sicura che preferirebbe giocare.»