Audiolibri, certo. Podcast, pure. Ma cataloghi in formato audio? Questo è un formato piuttosto innovativo, e inaspettato. Di certo gli affezionati del catalogo IKEA, che dal 1951 presenta le nuove proposte del marchio svedese e per molti è diventato un piccolo rituale annuale, di certo non si aspettavano di essere accompagnati nello sfogliare le pagine, fisiche o virtuali, da una narrazione apposita.
Non una lettura commentata del catalogo, ma
vere e proprie storie, scritte su commissione da sei autori – Matteo B. Bianchi, Antonella Lattanzi, Valerio Millefoglie, Giacomo Mazzariol, Giada Sundas e Matteo Bussola – nell’ambito del progetto curato dall’agenzia di comunicazione We Are Social. Sono disponibili come singoli episodi/capitoli su
Spotify con il nome
Storie fuori Catalogo: al momento si possono ascoltare le prime tre, in cui si incontrano una mamma alle prese con una novità da comunicare al figlio, un’insegnante di cucina che accoglie i propri studenti a casa, e un’abitazione dedicata alle onde del mare e al surf. Storie di emozioni e affetti, di possibilità e nuovi inizi, che uniscono il tipico sentimento di «partenza e riorganizzazione» settembrina a un certo sguardo positivo e inclusivo sul mondo, che IKEA spesso abbraccia nella sua comunicazione (tanto che gli autori,
secondo quanto detto dal marchio, sono stati scelti «tra i nomi più interessanti della letteratura contemporanea e allo stesso tempo giornalisti, sceneggiatori ed autori TV, fatto che li rende ulteriormente calati nello scenario sociale del Paese e pertanto credibili nella narrazione IKEA»).
La scelta di proporre un contenuto promozionale in questo formato, per quanto il «comparto audio» (
all’estero e in Italia) si stia prendendo spazi sempre più definiti, è sicuramente interessante. Un’
unione, si potrebbe dire riflettendo a livello più generale, dei
video spot più sentimentali ed esperienziali con la
pubblicità radiofonica, di cui si dilatano gli spazi.
La voce narrante dei vari racconti è la stessa, dando uniformità e coesione ai contenuti, e i riferimenti agli oggetti e al mobilio della casa prendono quasi una parte attiva nella narrazione, rendendo evidente il loro collegamento al catalogo nel caso, come consigliato dal marchio, si vada ad ascoltare osservando le pagine dedicate (che vengono chiaramente indicate alla fine di ogni racconto).
Sarà un’esperienza ben accolta? Verrà ripresa da altri marchi, e ripetuta dalla stessa IKEA? Probabilmente è troppo presto per porsi queste domande. Quel che si può dire con più certezza è che l’audio sta diventando un formato con cui sempre più iniziative prendono corpo e voce, e che sarà interessante vedere come si cercherà di sfruttare questo mezzo dalla lunga storia e dalle nuove potenzialità.
Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).
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