Quando si parla di espansione della filiera editoriale si tende sempre a tenersi precauzionalmente vicini al libro. Eppure le vicende dell’ultimo periodo hanno spesso mostrato il contrario: i bisogni (e gli indotti) che un titolo di successo è capace di generare possono riguardare anche ambiti e settori produttivi totalmente diversi da quello editoriale. Il caso più eclatante è senza dubbio quello di Cinquanta sfumature di grigio, il cui planetario successo fece impennare la domanda di corde e gadget per le pratiche BDSM.
 
Ora, invece, tocca alle matite per colorare: le cui scorte vengono quotidianamente (e rapidamente) erose dagli appassionati di coloring book che – dall’esplosione del fenomeno, l’anno passato – continua la sua ascesa, non mancando di sollevare qualche criticità.
 
Faber-Castell parla di una «crescita a due cifre» nella domanda di pastelli, cui lo stabilimento tedesco è riuscito a far fronte solo intensificando i turni di produzione. Il «New York Post» riporta che il Brasile è a corto di matite, e l’«emergenza colore» si diffonde a macchia d’olio, dal Sud America all’Asia. Secondo il «New Zealand Herald» anche i produttori europei Staedtler e Stabilo stanno lottando per tenere il passo con le richieste del mercato.
 
A proposito di queste richieste, Sandra Suppa di Faber-Castell – in un’intervista rilasciata all’«Indipendent» – ha chiarito che non si tratta di un semplice problema di disponibilità del prodotto: gli appassionati di libri da colorare chiedono una gamma cromatica più assortita – infatti già tendono a preferire le confezioni da 72 o 120 colori a quelle da «soli» 32 – e scelgono le matite di miglior qualità e costo più elevato.
 
Quello del coloring book è stato un fenomeno dirompente che continua a generare fatturato. La catena britannica di librerie Waterstones ha registrato un incremento delle vendite del 300% in un solo anno. Parallelamente si è manifestata, a livello globale, la richiesta di disegni sempre più fitti, complessi e diversificati. Un hobby «meditativo e rilassante», conclude Sandra Suppa, che richiama la spensieratezza e l’attività dell’infanzia e aiuta a staccare con il digitale e le sue complessità. E che crea un giro d’affari importantissimo, capace di espandersi ben oltre il settore editoriale.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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