Le biblioteche sono luoghi di arricchimento umano e culturale imprescindibili. E la loro funzione di centri per la diffusione del sapere è garantita essenzialmente dai servizi e dalle infrastrutture che incorporano, dalle competenze del personale che le gestisce e dall’ampiezza, la ricchezza e l’accuratezza delle collezioni che popolano i loro scaffali. Questo è innegabile.
D’altronde, tanto l’esperienza quotidiana quanto
molti studi di settore (basta pensare alle rilevazioni del
Pew Research Center, che evidenziano come – sia
quest’anno che
il precedente – le biblioteche statunitensi siano state percepite dalle comunità di riferimento come centri di aggregazione e di progresso sociale, oltre che di cultura e d’informazione) mettono in luce
la profonda e ramificata valenza socio-antropologica di questi luoghi.
Il progetto
Human Library compie un passo ulteriore, sostituendo ai tomi le persone e enfatizzando la funzione di contatto e d’interscambio che ogni luogo deputato alla cultura dovrebbe proporsi di avere.
La prima «biblioteca umana» nasce nel 2000 a Copenaghen, per volontà della ONG Stop the Violence. Il format è semplice ma di grande impatto: persone, invece dei libri. Da
«prendere in prestito» per ascoltarne le storie. In questi sedici anni di attività l’iniziativa si è ampliata, collezionando spin off in diverse città del mondo e strutturando e arricchendo la sua offerta.
Se uno dei meriti della lettura è quello di iniziarci a mondi lontani, arricchendoci di esperienze profondamente diverse da quelle che viviamo nella vita di tutti i giorni e facilitando la nostra percezione dell’altro, Human Library amplifica l’effetto permettendo ai suoi utenti di «leggere» anche quelle storie che è difficile scrivere, guidati dalla voce dei loro protagonisti.
Ex tossici, disoccupati, musulmani, convertiti, veterani, prostitute, genitori single, persone affette da sindrome bipolare e da autismo, rifugiati, poliamorosi, naturisti, vittime di abusi e di violenze, senzatetto, alcolisti, sieropositivi, appassionati di body modification estrema: il catalogo di Human Library è ampio e in divenire, e consente ai frequentatori della biblioteca di dialogare per mezz’ora con la persona scelta. Per imparare cose nuove, per allargare la propria conoscenza del mondo o semplicemente per attenuare la paura del diverso e per godere dell’inestimabile ricchezza dell’eterogeneità.
Oltre che come utenti, ci si può avvicinare a Human Library proponendosi come «libri» nuovi da mettere in catalogo, oppure si può partecipare a uno degli incontri itineranti organizzati dall’associazione in giro per il mondo, durante i quali i «best seller» della collezione bibliotecaria vengono coinvolti in momenti di confronto corali, stimolando l'empatia, la tolleranza, la comprensione e il desiderio di scoperta dei presenti.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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