Il sito The Information, poi ripreso dal Guardian, ha recentemente riportato che un product manager impiegato a Google ha fatto causa all’azienda perché, a suo avviso, le politiche di riservatezza interna del gigante di Mountain View violerebbero le leggi della California. A chi lavora per Big G verrebbe fatto divieto di parlare con la stampa, incoraggiando lo spionaggio tra colleghi se si ha la percezione che qualcuno sia in procinto di «cantare». In più, i dipendenti non potrebbero scrivere opinioni sulla compagnia, né manifestare pubblicamente la preoccupazione che sia coinvolta in affari «illegali». E nemmeno pubblicare romanzi o racconti dove compaia come personaggio «qualcuno che lavora per una tech company della Silicon Valley». Sicuramente non senza una preventiva approvazione societaria.
Se le accuse si rivelassero fondate, l’azienda dovrebbe sicuramente rivedere i suoi protocolli di privacy: le leggi della California dispongono, infatti, che un dipendente deve sentirsi libero di manifestare opinioni sulle sue condizioni lavorative e sul suo datore di lavoro, fuori e dentro l’ufficio e senza paura di ritorsioni. D’altronde, se il product manager vincesse la causa, Google potrebbe dover pagare fino a 3,8 miliardi di dollari di risarcimento per le ben dodici violazioni che l’accusa gli attribuisce.
Dal canto suo, il colosso di Page e Brin definisce le accuse senza fondamento. «Crediamo molto nella cultura della condivisione interna, il che significa che spesso scambiamo con i nostri dipendenti informazioni commerciali riservate e progetti di nuovi prodotti» si legge in un comunicato. «Le politiche di riservatezza che applichiamo servono a proteggere le informazioni sensibili, ma non impediscono a chi lavora per noi di divulgare dettagli sui termini e le condizioni delle loro mansioni, e neppure di esprimere dubbi o criticità rispetto all’azienda per la quale sono impiegati».
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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