Il cane, si sa, è il migliore amico dell’uomo, e neanche i gatti scherzano, almeno a giudicare dalla frequenza con la quale li vediamo comparire sulle timeline dei nostri profili social. Nel mondo occidentale, basta guardarsi attorno, i legami instaurati con gli animali domestici sono sempre più significativi e di natura affettiva. Quello che non avevamo ancora considerato è che Fido e Fuffi potessero diventare protagonisti di un intero genere letterario: la pet lit.
Nel mercato britannico il fenomeno è in pieno boom. A fare scuola è Molly and the Cat Cafe di Melissa Daley, che racconta la storia di una gattina rimasta orfana e adottata dalla proprietaria di una caffetteria. Il libro, pubblicato da Pan Macmillan Publishing nella primavera del 2016, ha venduto secondo Nielsen BookScan più di 20 mila copie. Seguono A pug like Percy di Fiona Harrison, edito HarperCollins, che ne ha vendute più di 10 mila; Able Seacat Simon di Lynne Barrett-Lee (sempre sulle 10 mila copie, una storia d’avventura e di eroismo felino sullo sfondo della Seconda guerra mondiale); Timba Comes Home di Sheila Jeffries («due gattini neri che hanno stretto un patto contro il mondo il giorno in cui sono stati abbandonati in un fosso») pubblicato da Simon & Schuster, più di 8 mila copie vendute
I titoli pet lit sono caratterizzati da una grammatica visiva ed espressiva comune: il protagonista di tutte le copertine è un dolce cucciolo, le storie sono spesso narrate in prima «persona» dallo stesso animale. «Ce ne sono tanti, e talvolta è difficile scegliere tra uno e un altro» commenta Chris White, responsabile degli acquisti di narrativa per Waterstones. «L’idea alla base di quasi tutte le storie è quella di un animaletto che fa ingresso nella quotidianità di qualcuno, migliorandola. Una dinamica semplice, capace di far presa su un pubblico potenziale molto ampio: sono letture rilassanti, che si scelgono d’impulso e alle quali ci si dedica per cercare ristoro».
«Tra la Brexit, la Corea del Nord e il buon vecchio Trump, non è un gran momento storico» aggiunge l’autrice Fiona Harrison. «Il mondo sta andando all'inferno su un carretto e se esiste un libro là fuori capace di farmi sorridere, io lo afferro con entrambe le mani!».
E in Italia? Da qualche tempo la pet lit ha cominciato ad arrivare in traduzione nelle nostre librerie. Tea, la società editrice parte del gruppo GeMS, vi ha dedicato la collana Pet, nella quale compare la già citata Melissa Daley assieme a una decina di altri titoli e autori. E qualche gattino (in particolare quelli di Sheila Jeffries) si trova anche sotto il marchio tre60. Garzanti, invece, ha proposto nella collana Narratori moderni i libri di Rachel Wells, che hanno come protagonista il gatto Alfie e le sue avventure. Oliver, il gatto che salvò il Natale? Lo ha tradotto e pubblicato Newton Compton; né mancano storie scritte dal punto di vista di teneri animali d’affezione tra le pubblicazioni di Giunti, Sperling & Kupfer e Mondadori.
C’è poi un caso particolarmente interessate che arriva dalla Spagna, in controtendenza rispetto a un genere dominato dalle autrici e dagli autori anglofoni, ed è quello di A través de mis pequeños ojos dell’autore basco Emilio Ortiz. Portato in Italia da Salani con il titolo Attraverso i miei piccoli occhi, il romanzo racconta – esplorandone il punto di vista con una narrazione in prima «persona» – le vicende di Cross, un golden retriever allegro e leale, addestrato per aiutare le persone con disabilità visiva, per essere il loro sguardo. Dal momento in cui viene affidato a Mario, un ragazzo cieco, Cross condivide con lui ogni istante della sua vita, vive in simbiosi con le sue gioie e i suoi dolori, cresce insieme a lui.
Nei casi più illustri – e fuoriuscendo dai manierismi più comici del genere – la pet lit incontra anche gli interessi del cinema: da Io & Marley, l’autobiografia del noto giornalista statunitense John Grogan portata nelle sale da David Frankel nel 2009, ad A spasso con Bob (2016), adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo autobiografico di James Bowen: più di 1 milione di copie vendute dalla pubblicazione, nel 2010 (in Italia lo ha pubblicato Sperling & Kupfer nel 2016).
Il genere ha anche una diramazione più letteraria, e decisamente più nobile, che passa per le pagine di tre autori giapponesi. Haruki Murakami, con i suoi gatti parlanti, il premiato The Guest Cat di Takashi Hiraide e Hiro Arikawa con The Travelling Cat Chronicles, il racconto on the road del gatto Nana e del suo padrone Satoru.
Questo articolo amplia, aggiorna e sostituisce uno precedentemente pubblicato su www.giornaledellalibreria.it.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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