Si svolgerà martedì prossimo a Bruxelles la cerimonia di premiazione dei vincitori dell’European Union Prize for Literature, il riconoscimento che ogni anno mette in luce la ricchezza e la creatività della narrativa contemporanea in Europa.
Il premio è organizzato dalla Federazione degli editori europei (FEP), dalla Federazione europea e internazionale dei librai (EIBF) e dal Congresso degli scrittori europei (EWC) con il supporto della Commissione europea e viene assegnato a un autore emergente per ciascuno dei dodici Paesi (scelti tra i 37 che aderiscono al Creative European Programme) che ogni anno si alternano nella partecipazione all’evento. L’Italia manca quest’anno tra i premiati ma ha partecipato alle edizioni del 2015, con la vittoria di Lorenzo Amurri e l’opera Apnea, del 2013 con Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi e del 2009 con Orizzonte mobile di Daniele del Giudice.
I vincitori, che quest'anno sono stati annunciati il 5 aprile scorso, ricevono un premio di 5 mila euro, ma soprattutto la possibilità di godere di una promozione particolare alle principali fiere del libro europee, come quella di Francoforte o di Londra. Gli editori stranieri inoltre possono fare domanda di utilizzo di fondi europei per tradurre l’opera degli autori premiati nella lingua del proprio Paese, permettendo quindi una maggiore circolazione all’interno dei confini europei.
Gli autori vincitori di quest’anno provengono da Bosnia ed Erzegovina, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Macedonia, Germania, Lussemburgo, Romania, Slovenia e Spagna e, nelle loro opere, rappresentano uno spaccato della vitalità della letteratura europea.

Nonostante la diversità che sembra contraddistinguere questi Paesi, è interessante notare come alcuni temi ricorrano in modo piuttosto diffuso nelle opere vincitrici. Un esempio è l’attaccamento alle origini, che si può ritrovare nel libro della bosniaca Tanja Stupar-Trifunović – in cui si evocano i ricordi di infanzia della protagonista vissuta sulla costa della Dalmazia – e in quello del cipriota Antonis Georgiou, in cui la storia di una famiglia diventa lo specchio con cui analizzare un intero Paese. Anche il dolore per la perdita di una persona cara focalizza l’interesse di molti autori vincitori, sia che si tratti della scomparsa di entrambi i genitori, come nel libro del tedesco Benedict Wells, o della madre come avviene nell’opera della finlandese Selja Ahava, sia che riguardi la perdita della persona amata, come nel romanzo del belga Christophe Van Gerrewey.

Questo sembra volerci ricordare che, al di là dei confini che separano i diversi Paesi, i percorsi e le avversità che le persone devono affrontare nella loro vita sono spesso molto più simili di quello che si può pensare e che soltanto grazie alla reciproca conoscenza è possibile abbattere inutili e pericolose barriere.
Sul sito ufficiale del premio è possibile leggere l’elenco completo delle opere vincitrici e un breve estratto di ognuna di esse.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

Guarda tutti gli articoli scritti da Antonio Lolli