
Sono stati resi noti i titoli selezionati per il
Man Booker International Prize, il premio letterario assegnato a un autore vivente di qualsiasi nazionalità per la migliore
opera di narrativa tradotta in inglese da una casa editrice del Regno Unito.
Tra i nomi in lizza spicca quello di
Elena Ferrante con
The story of the lost child (
Storia della bambina perduta), l’ultimo capitolo della saga «L’amica geniale» pubblicata in Italia da E/O.
Nell’edizione inglese la serie, tradotta da Ann Goldstein per Europa Editions, è nota con il titolo «Neapolitan Novels».
Tredici sono i titoli che si contenderanno questo prestigioso premio, scelti tra
155 libri da una giuria nominata dalla Man Booker Foundation,
dodici i Paesi rappresentati – dal Brasile alla Cina, passando per la Finlandia e la Turchia – e
nove le lingue originali da cui sono stati tradotti i libri.
I sei finalisti saranno annunciati il
14 aprile e il titolo vincitore sarà premiato il
16 maggio con
50 mila sterline, da dividere in parti uguali tra autore e traduttore.
Da quest’anno inoltre il premio è stato completamente rivoluzionato: se infatti fino all’anno scorso veniva assegnato ogni due anni per l’intera produzione di un autore, dall’edizione 2016 è
associato a un solo titolo e avrà cadenza annuale.
Oltre alla Ferrante sono presenti in lizza altri nomi noti della letteratura, a partire da due premi Nobel:
Kenzaburo Oe con
Death by Water, tradotto da Deborah Boliner Boem e
Orhan Pamuk, per
A Strangeness in my Mind – pubblicato in Italia da Einaudi con il titolo
La stranezza che ho nella testa – tradotto in inglese da Ekin Oklap. Tra gli autori in longlist è interessante menzionare anche il cinese Yan Lianke per
The Four Books, tradotto da Carlos Rojas e messo al bando dal governo di Pechino per i suoi contenuti politici.
Le passate edizioni del Man Booker International Prize sono state vinte dallo scrittore ungherese
László Krasznahorkai (2015), dagli statunitensi
Lydia Davis (2013) e
Philip Roth (2011), dalla canadese
Alice Munro (2009), dal nigeriano
Chinua Achebe (2007) e dall’albanese
Ismail Kadare (2005). Sarà l’Italia ad aggiundicarsi l’edizione 2016?

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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