Con il lancio dell’app
Browsery,
Barnes & Noble – il più grande rivenditore al dettaglio di libri degli Stati Uniti – tenta l’ingesso nel settore dei social network «editoriali». Un territorio che, dopo l’esperienza di
aNobii, qualche anno fa, oggi è indiscussamente dominato da
Goodreads, la piattaforma creata nel dicembre 2006 dallo sviluppatore di software e imprenditore statunitense Otis Chandler e acquistata da Amazon circa sei anni più tardi per 150 milioni di dollari.
L’applicazione di Barnes & Noble è stata resa disponibile in beta testing una settimana fa, sia per gli utenti Android che iOS. Chi ha potuto provarla, ha scritto che il servizio enfatizza di gran lunga l’aspetto dialogico e di interazione tra gli utenti, piuttosto che quello del rating e della più canonica recensione. In particolare, la conversazione è animata dalle domande che, quotidianamente, l’applicazione rivolge ai suoi utenti: quella del giorno del lancio chiedeva «Qual è il tuo libro sui libri preferito?». I titoli restituiti come risposta da un maggior numero di persone venivano proposti all’utente e, cliccando su ciascuno, si potevano scoprire ancora altre opinioni, commenti, battute e prendere parte alla conversazione attorno al libro. Quello che non è chiaro è se le domande sottoposte agli utenti siano un elemento stabile nelle logiche della piattaforma o un semplice espediente per alimentare il dialogo in una fase iniziale, incentivando il senso di community.
La caratteristica prevalente di Browsery, insomma, è condurre il lettore alla scoperta di nuovi titoli costellando di casualità il suo percorso. Nessuna divisione per tematiche o categorie, nessuna distinzione tra le novità e il catalogo, nessuna lista per autore, nessun recensore più o meno accreditato: l’obiettivo sembra essere la creazione di un ambiente di dialogo favorevole al lettore.
Barnes & Noble ci tiene a precisare che l’applicazione non ha niente a che fare con la lettura elettronica, né sostituisce le reading app targate Nook per iOS o per Android. Certo, è probabile che quando il servizio funzionerà a pieno regime e verrà ufficialmente aperto al pubblico, una qualche integrazione con gli store di e-book (e di audiobook? Chissà, per il momento l’applicazione non li considera) di Barnes & Noble ci sarà.
L’altra ipotesi è che la catena americana voglia utilizzare il servizio come luogo in cui tastare il polso dei lettori, approfondirne i gusti e le opinioni, raccogliere dati per meglio indirizzare la sua attività imprenditoriale. Quello che sappiamo è che per il momento la squadra di tester dell’app – reclutata attraverso la pagina Facebook e i social del marchio – è al completo. A chi sta sperimentando il servizio, attualmente geobloccato e disponibile solo in Usa, vengono somministrati diversi questionari di gradimento, orientati soprattutto a capire cosa può essere migliorato e quali sono le esigenze di cui tenere conto nel progettare una piattaforma di dialogo sui libri.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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