
«È il grande inganno, la saggezza dei vecchi. Non diventano saggi. Diventano attenti» scrive Ernest Hemingway in
Addio alle armi. E, anche se non siamo certi dell’età dei suoi eredi, possiamo definirli molto «attenti» a individuare nuove opportunità di sfruttamento della parentela col premio nobel americano.
Pare infatti che
la famiglia Hemigway abbia deciso di
lanciarsi nel business degli hotel con il marchio «Hemingway Hotel and Resorts», stabilimenti che promettono un soggiorno in linea con lo stile di vita dello scrittore. Per poter essere riconosciuti come parte della catena gli alberghi dovranno essere
ubicati in luoghi a cui sia riconosciuto un legame particolare con lo scrittore, come una città che ha visitato o che l’ha ispirato, un posto, insomma, che possa offrire particolari attività connesse al suo stile di vita.
Su «Livres Hebdo» è gia uscito
un articolo a riguardo dove si parla della Francia, e di Parigi come una delle località più quotate per la nascita di uno di questi resorts. Per patriottismo noi ricordiamo che
l’autore, durante la prima guerra mondiale passò molto tempo in Italia, a Vicenza, Schio, Bassano del Grappa, Fossalta di Piave (dove fu ferito) e soprattutto
Milano, dove fu ricoverato per tre mesi durante i quali si innamorò dell’infermiera Agnes von Kurowski che tuttavia si rifiutò di sposarlo. Tornò in Italia anche dopo la guerra e visitò, tra le tante città, anche
Genova, Rapallo (dove andò a trovare Ezra Pound),
Cortina e Venezia.
Tutte località che potranno candidarsi a pieno titolo come sedi di un Hemingway Hotel! E pensare che fino ad ora qualcuno deve aver creduto che, per avvicinarsi alla letteratura e allo stile di vita dello scrittore, bastasse immergersi nei suoi romanzi, magari di fronte a un buon mojito, in memoria dei tempi di Cuba.