Apre le porte oggi 11 aprile la London Book Fair, che ogni anno porta centinaia di editori, agenzie e esponenti del mondo dell’editoria nella capitale britannica; e alcuni hanno potuto vivere un momento d’anticipazione e di approfondimento prendendo parte all’International Publishers Congress (9-12 aprile), organizzato dall’International Publishers Association, che ogni anno dal 1896 attira le realtà più importanti del settore per discutere di successi e sfide da affrontare nel futuro.
Proprio durante il congresso, durante la cena di gala che ha chiuso la giornata del 10 aprile, è stato assegnato il recentemente rinominato Prix Voltaire – al secolo IPA Freedom to Publish Prize – che riconosce e rende onore a una persona o un’organizzazione che ha dato un importante contributo alla difesa e alla promozione della libertà di stampa e, in generale, d’espressione. Quest’anno è stato assegnato a Raif Badawi, blogger saudita che è stato imprigionato ormai due anni fa con l’accusa di blasfemia, per volontà del governo dell’Arabia Saudita, dopo che aveva aperto il forum laico Free Saudi Liberals, dove era possibile discutere liberamente di politica e religione. La condanna prevede altri otto anni di prigione e un totale di mille frustate, di cui cinquanta sono già state amministrate in pubblica piazza.
Il premio, oltre a 10 mila franchi svizzeri (dati da sponsor d'eccezione: Bonnier, Elsevier, HarperCollins, Kodansha, Oxford University Press, Penguin Random House, Simon & Schuster e Springer Nature) sottintende anche un forte sostegno da parte della comunità internazionale, ed è un ulteriore modo per chiedere all’Arabia Saudita – che è un membro ufficiale dell’IPA dall’anno scorso – il rilascio di Badawi. Richard Charkin, presidente dell’IPA, ha detto: «La comunità editoriale globale continuerà a sottolineare la terribile situazione degli editori e scrittori oppressi, come Raif. Se non lo facciamo, regimi spregiudicati ovunque nel mondo stringeranno ulteriormente la loro morsa».
A ritirare il premio per Raif Badawi c’era la moglie, Ensaf Haidar Mohamed, che ora vive in Canada come rifugiata politica: «È molto toccante, e incoraggiante, vedere che il coraggio di Raif viene riconosciuto dalla comunità editoriale internazionale. Useremo il denaro per continuare a lottare per il rilascio di mio marito e per rendere note le crudeli sofferenze di chi sostiene la libertà d’espressione in Arabia Saudita».

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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