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Curiosità

All'editoria Twitter (o meglio, X) non convince più?

di Elisa Buletti notizia del 13 dicembre 2024

Chiunque frequenti la piattaforma di microblogging X – il buon vecchio Twitter – si sarà accorto del drastico calo di utenti nelle ultime settimane. Un gran numero di persone sparse nel mondo, anche in Italia, si è disiscritto dal social network in seguito alle vicende che hanno coinvolto il suo proprietario, numero uno di Tesla e SpaceX, Elon Musk, sostenitore del governo firmato Donald Trump che ha preso le redini degli Stati Uniti il mese scorso.

A dare il via alla fuga da X svariate celebrità e nomi importanti che lamentano il peggioramento della piattaforma – con annunci pubblicitari onnipresenti e spesso di bassa qualità che promuovono clickbait o una certa visione politica – soprattutto da quando, nel 2022, Elon Musk ne ha preso il controllo con un’acquisizione da 44 miliardi di dollari. In più, negli anni il social network ha allentato di molto l’attività di moderazione, limitando il controllo e la rimozione di post che possono incitare alle discriminazioni di tutti i tipi e alla diffusione di disinformazione. Tra i «disertori» anche il quotidiano britannico Guardian, che ha abbandonato la piattaforma nonostante i ben 27 milioni di followers, definendo X un luogo tossico, che influenza l’opinione pubblica e condiziona il dibattito politico.

La fuga da X ha riguardato anche il settore editoriale: case editrici, autori e autrici, librai e libraie, operatori e operatrici della filiera del libro hanno, in alcuni casi, disattivato i propri profili, oppure sospeso l’utilizzo per qualche tempo.
«A causa delle preoccupazioni sulla direzione futura di X, stiamo mettendo in pausa tutte le attività sulla piattaforma» ha dichiarato a The Bookseller un portavoce della casa editrice Macmillan. «La disinformazione e l’incitamento all’odio continuano a diffondersi su X e ci aspettiamo che le modifiche apportate alla piattaforma mineranno ulteriormente il benessere e la sicurezza degli utenti».
Jack Birch, senior digital marketing manager di Bloomsbury, ha invece dichiarato che «X rimane la piattaforma in cui le figure influenti dei media – come giornalisti e celebrità – continuano a postare e dove le notizie importanti arrivano per prime. Per questo continuiamo a considerarlo tra i principali social network, anche se stiamo investendo energie, in particolare, su Instagram e TikTok, dove vediamo ottimi risultati in termini di engagement e impression, e su Threads, dal grande potenziale per quel che riguarda il social media marketing».

Ipotizzare un declino inesorabile di X sembra improbabile, dal momento che non è la prima volta che la piattaforma affronta una curva importante verso il basso. Ciononostante, se si ha intenzione di migrare verso altri lidi, le alternative non mancano: da Bluesky – co-finanziato anche dal fondatore di Twitter Jack Dorsey – a Mastdon, passando per la sempre valida opzione Threads, social network testuale parte dell’ecosistema di Meta che ha il pregio di mettere a disposizione un’interfaccia ben nota ai fruitori di Instagram.

Bluesky in particolare, dopo l’elezione di Trump il 5 novembre scorso, in poco più di una settimana è passata da 14 a 20 milioni, crescendo al ritmo di un milione al giorno. Jay Graber, amministratrice delegata di Bluesky, ha dichiarato a Wired di essere felice del successo dell’ultimo periodo, sottolineando però che il recente picco è stato solo uno dei tanti degli ultimi mesi. «L’idea non è quella di ricreare il classico Twitter, ma di rimodellare i social media secondo il principio dell’apertura e del controllo affidato agli utenti. Ricordate come funzionava internet prima che le aziende diventassero le malvagie proprietarie del web? Questa è la nostra visione».
Uno dei punti di forza di Bluesky è l’importanza che la piattaforma decentralizzata pone sulla personalizzazione e sul controllo nelle mani degli utenti. Si può decidere cosa si vuole vedere nel proprio feed, creare un proprio elenco condivisibile di utenti interessanti o seguire quelli curati da altri – i cosiddetti starter pack, un ottimo modo per aggiungere in una volta sola grandi gruppi di account dedicati a una particolare nicchia o a un interesse specifico – o ancora silenziare alcuni termini specifici nei quali non si vuole incappare. I più esperti possono addirittura impostare il proprio provider di hosting. Per quanto riguarda la moderazione, oltre ai dipendenti interni che si dedicano all’attività, la maggior parte del monitoraggio dei feed avviene in crowdsourcing, coinvolgendo gli utenti, così come succede per il processo di verifica degli utenti verificati.
Ma dal momento che Bluesky non ha intenzione, per ora, di aprire le porte alle inserzioni, quali sono i piani del servizio per guadagnare? «Gli abbonamenti sono il primo passo» ha dichiarato Graber parlando dell’idea di far pagare agli utenti una quota in cambio – ad esempio – della possibilità di caricare video in alta qualità o accedere a determinate funzioni premium.

L'autore: Elisa Buletti

Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.

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