Come ogni lettore sa, tutte le letture che facciamo ci lasciano qualcosa, e le migliori aprono nuove porte attraverso cui vedere il mondo che ci circonda. Una funzione a suo modo educativa; dunque non dovrebbe stupire che sempre più spesso anche gli organi di giustizia si rivolgano ai libri per comminare pene rivolte alla rieducazione di chi ha commesso un reato.

L’ultimo caso è quello di una giudice della Virginia, che ha ordinato a cinque adolescenti che hanno imbrattato con disegni non sense e offese razziste la Ashburn Colored School – una ex scuola riservata alle persone di colore, che all’epoca delle cosiddette leggi Jim Crow non potevano frequentare gli stessi istituti dei coetanei bianchi –   a leggere 35 libri, a vedere 14 film, visitare due musei e scrivere un tema che avessero come tema centrale l’esperienza di chi ha vissuto il razzismo, il sessismo e la persecuzione religiosa. Tra i titoli segnalati ci sono ad esempio Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini. Il crogiuolo di Arthur Miller, Il colore viola di Alice Walker, Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood e Il mio nome è Asher Lev di Chaim Potok.

La county prosecutor Alex Rueda ha spiegato di aver scelto questa punizione, piuttosto che il pagamento di danni o i semplici servizi per la comunità, perché i ragazzi le sono sembrati più «tonti» che non «spinti da motivi di discriminazione razziale»: «è stato [un atto] spinto più dalla loro stupidità e dalla non comprensione della serietà di cosa hanno fatto». Si spera dunque che i ragazzi – che dovranno anche consegnare delle relazioni ogni mese sui libri letti – possano comprendere, attraverso la lettura, la gravità delle loro azioni.

Un caso simile era già avvenuto proprio in Italia, quando la giudice Paola Di Nicola aveva condannato il cliente di una prostituta minorenne a comprarle 30 libri riguardanti la dignità della donna e il femminismo.   

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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