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Biblioteche

Salvate la biblioteca! Quando a protestare sono i lettori

di E. Vergine notizia del 30 maggio 2012

Passeggiando per le strade di New York in questi giorni potreste assistere a uno strano fenomeno. Ovunque, nei parchi, sui mezzi pubblici, sulle panchine, nelle cabine telefoniche vedreste dei libri. Volumi abbandonati e in cerca di una casa, di qualcuno che li sfogli.
Tomi come tutti gli altri se non fosse per gli adesivi verdi e gialli che campeggiano sulla copertina: «Prendimi» recita il primo, «Se le biblioteche chiudono questa potrebbe essere la tua ultima occasione per una lettura gratuita» avvisa il secondo. Entrambi riportano infine un Qr code e un link per recuperare le petizioni che i cittadini di New York city stanno portando avanti per fermare il programma di tagli ai fondi per le biblioteche che l’amministrazione del sindaco Bloomberg ha annunciato di dover fare. I libri «abbandonati» per le strade della metropoli sono i «semi» distribuiti dagli attivisti della campagna di sensibilizzazione per salvare le biblioteche: si tratta per la maggior parte di avanzi di magazzino donati alla causa da editori e riviste.
New York è famosa per il suo sistema bibliotecario che si articola in tre branche principali: la New York public library, la Queens library e la Brooklyn public library (e ciascuna di esse ha più succursali). In totale esse servono oltre 8 milioni di residenti. I tagli previsti dall’esecutivo di Bloomberg ammontano a: meno 26,7 milioni di dollari per la Queens, meno 26,9 per la Brooklyn e meno 42,8 milioni per la New York Public Library per un ammontare complessivo di 96,4 milioni di dollari, ovvero un taglio del 32% in meno sul budget totale destinato agli istituti di pubblica lettura. Il risultato di questa operazione si tradurrebbe nella chiusura di ben 46 biblioteche e nella riduzione degli orari di apertura al pubblico.
Non saranno né Google né l’e-book dunque, ad uccidere le libraries bensì il limitato orario di apertuta che ridurrà la capacità delle biblioteche di servire la popolazione. E tutto questo in un momento in cui mai come ora in America le biblioteche stanno facendo di tutto per rinnovarsi e stare al passo coi tempi (ne parleremo nel prossimo numero del «GdL»). La stessa New York Public Library aveva annunciato, a fine aprile, un piano di rinnovamento che prevedeva investimenti per 300 milioni di dollari (che però avrebbe consentito al polo bibliotecario della city di risparmiare ben 15 milioni di dollari all’anno). Il progetto, aveva spiegato il Ceo della Library, avrebbe consentito alla biblioteca, finanziata per metà dalla città di New York e per metà dai privati, di sopravvivere ai tagli di budget. Da diversi anni ormai le biblioteche americane sono dei centri attivissimi di promozione della lettura e della cultura: organizzano corsi di lingua, tecnologia, storytelling, economia, insomma, tutto ciò che in un qualche modo può essere d’aiuto alla cittadinanza, che le considera poli sociali di grande rilevanza. E dunque i lettori si stanno attivando per difenderle e la «semina dei libri» per le strade di New York non è che una parte di un progetto più vasto che prevede una 24 ore di letture, una campagna di sensibilizzazione virale attraverso cartoline, spettacoli teatrali nelle piazze e lungo le vie, un reading multilingue di Harry Potter dedicato ai bambini di tutte le nazionalità (ogni capitolo sarà letto simultaneamente, in tutte le lingue e in parti diverse della metropoli).
Ma torniamo per un momento da questa parte dell’Atlantico, in Italia, e analizziamo la situazione in casa nostra. L’Associazione italiana editori presenterà prossimamente un’indagine che si occupa di monitorare lo «stato di salute» delle biblioteche scolastiche nostrane. È emerso che l’89% delle scuole italiane ha affermato di possedere una biblioteca centrale o di classe mentre il 10,6% non ne possiede neanche una. Questo valore sale al 17,7% nelle scuole private. Nel complesso un buon risultato dunque. Ma il quadro cambia se entriamo all’interno dei dati e ci soffermiamo sul dato che parla della spesa. Quella che si arriva a stimare per il funzionamento della biblioteca scolastica non raggiungeva nel 2011 i 5 milioni di euro, quindi appena 0,39 centesimi per studente (per maggiori informazioni in proposito si rimanda all’articolo 39 centesimi, che uscirà tra pochi giorni sul «GdL»).

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